Servizio di Laura Larcan - Video Francesco Toiati
Il peccato e la dannazione, il fascino torbido della tentazione e i vizi capitali terreni dell'uomo, e la caduta dell'anima, la disperazione e la pena. Oltre il buio. Nel vuoto, tetro e freddo dell'abisso del male. E' la complessità concettuale dell'Inferno descritto da Dante nella sua Divina Commedia. La sfida titanica è quella di raccontarne l'iconografia attraverso i secoli, tra arte e letteratura, cinema. Un viaggio infernale, appunto, che affronta la mostra "Inferno", ideata da Jean Clair e curata da Jean Clair e Laura Bossi, che si apre il 15 ottobre alle Scuderie del Quirinale e resta visibile fino al 9 gennaio 2022.
Inaugurata il 13 ottobre dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al ministro della Cultura Dario Franceschini, il percorso rende omaggio a Dante Alighieri in occasione dell'anniversario dei 700 anni dalla morte, orchestrando un repertorio di prestiti prestigiosi (che in tempi di Covid non è così scontato avere, impresa nell'impresa verrebbe da dire). Quadri, sculture, grafiche, miniature, volumi antichissimi, la rassegna indaga l'iconografia dantesca dell'Inferno attraverso i secoli, dall'epoca di Dante fino ad oggi.
«C'è la persistenza del male, il nichilismo, l'oscurità, dei secoli ma allo stesso tempo la mostra non ha paura di interrogare l'angoscia della modernità - spiega Mario De Simoni presidente delle Scuderie del Quirinale - Dopo sezioni di iconografia dantesca durante i secoli, si passa all'analisi del male in terra, nella nostra epoca di conflitti e abominii».