E se Sebastiao Salgado fosse nato a Cesenatico?

E se Sebastiao Salgado fosse nato a Cesenatico?
di Nicolas Lozito
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Mercoledì 19 Dicembre 2018, 23:54 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 08:22

Un’intera città impegnata a ricreare i capolavori dei grandi fotografi del passato. Da Eliott Erwitt a Sebastian Salgado, da Carlo Martini a Vivian Maier.

È quello che è successo quest’anno a Cesenatico, nel cuore della riviera romagnola, dove un’associazione locale ha organizzato dei set fotografici che ricalcano le più importanti immagini del XX secolo. L’idea di partenza è tanto semplice quanto geniale: come sarebbe venuto lo scatto del famoso bacio di Times Square se fosse stato scattato nella piazza principale di un paese italiano? E se il famoso “Tuffatore” immortalato nel 1951 da Nino Migliori fosse stato scattato oggi? O se al posto delle strisce pedonali di Abby Road e i Beatles ci fosse una strada qualsiasi e JJ Vianello, dj Bicia e altri musicisti romagnoli? 



Il lavoro, realizzato dalle associazioni Ama e Living Cesenatico, ha impiegato otto mesi di lavoro e ha visto la collaborazione di 50 cittadini. L’obiettivo: realizzare un calendario, “Il calendario soci@le di Cesenatico”, per valorizzare e raccontare la città. 

E a guardare i 12 scatti in bianco e nero, realizzati dal fotografo Alessandro Mazza assieme a Marco Foglieri e Silvia Pietrangoli, si capisce che lo scopo è stato raggiunto e anche superato. Le immagini divertono e incuriosiscono, imitano ma con ironia e qualche licenza. Gli artisti copiano, diceva Picasso, ma i geni rubano: rubano dagli altri e dal mondo che li circonda.



Allora il giornalaio addormentato di Vivian Maier viene affiancato a Cesenatico da un volto femminile che prova a svegliarlo. Gli operai che pranzano in bilico sulle travi del Rockefeller Center diventano i marinai che lavorano nei canali del paese. Coppi e Bartali diventano due ciclisti del paese, così come l’urlo di Paolo Rossi assume il volto di un calciatore della squadra locale, il Baika calcio. C’è poi spazio per i cagnolini à la Erwitt e per i cameo, come quello dello scrittore Roberto Mercandini.

 

Fotografia d'autore rivisitata a chilometro zero. Un buon modo per sorridere, ma anche ripassare le foto più importanti della storia. Il vero peccato: che in un anno ci siano solo dodici mesi e quindi il lavoro si fermi a dodici scatti. Il prossimo anno sarebbe da provare in tutta la provincia italiana. 

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