Quando Troisi mandava Decaro a rimediare la cena: il ricordo di Maurizio Costanzo

Quando Troisi mandava Decaro a rimediare la cena: il ricordo di Maurizio Costanzo
di Maurizio Costanzo
2 Minuti di Lettura
Martedì 3 Giugno 2014, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 19:06
Gi vent’anni senza Troisi. Massimo mor a Roma il 4 giugno del ’94. Aveva 41 anni e lo colpì in maniera definitiva quel malanno al cuore che lo aveva accompagnato gran parte della vita. Credo che a riproporre in televisione tutta l’opera di Troisi, da quella teatrale, ammesso che ci siano delle riprese, al cinema scopriremmo prodotti di spettacolo non invecchiati di un minuto. Che strana poi l’avventura de Il postino che lui ha voluto girare a tutti i costi quando era possibile rimandarlo di qualche tempo, il tempo appunto che lui facesse il trapianto. Ma Massimo non sentì ragioni e quando morì nel sonno, nella casa della sorella Annamaria a Ostia erano passate solo dodici ore dalla fine delle riprese de Il postino.



Ricordo “La Smorfia” con Enzo Decaro, Lello Arena e Troisi in una piccola sala di Roma dove questi tre giovani arrivati da Napoli tentavano l’avventura. Irresistibili sempre, anche quando obbligavano Enzo Decaro, il più belloccio fra i tre, ad andare all’intervallo tra i tavoli per cercare di conquistare una cena per tutti alla fine dello spettacolo. Irresistibile Massimo, nella sua profonda e invincibile malinconia, quando faceva qualche rara comparsa in programmi televisivi o quando ancorché in un gruppo di amici raccontava un episodio o un’idea che gli era venuta. Una volta provai grande tenerezza per lui quando mi parlò della malattia cardiaca che lo aveva colto quando aveva dodici anni e che gli procurava una invincibile eterna stanchezza. Disse: «Io mi trascino dalla poltrona al letto, dal letto alla poltrona». E quel che sarebbe successo, sono certo che Troisi lo intuiva ed ecco il motivo per cui amò molto Il postino e volle girarlo prima di altre questioni legate al suo cuore disastrato.



San Giorgio a Cremano Massimo Troisi era nato a Sangiorgio a Cremano, nell’hinterland napoletano. Ed era molto legato alla sua città natale come peraltro erano legatissimi a lui gli abitanti. Ebbi la prova quando, alcuni anni fa, fui invitato per alcune volte per organizzare e condurre un Festival di teatro a lui dedicato. In quei giorni, tutto mi ha parlato di Troisi e tutti mi hanno palato di Troisi raccontandomi del bar dove era solito andare, della strada che preferibilmente faceva. Una sorta di ringraziamento per quel che in vita Troisi aveva dato a Sangiorgio a Cremano e che negli anni avrebbe comunque continuato a dare. Voglio aggiungere quanto era forte in Troisi la timidezza che lo portava anche a piccoli gesti di maleducazione, come allontanarsi da un consesso noioso con una scusa qualsiasi. Aveva ragione, come aveva ragione a tenere nascosti il più possibile i suoi amori che sono stati numerosi e con personaggi talvolta conosciuti. E’ strano, ma quando mi parlava di questo, era come se volesse raccontarmi una vita che non intendeva vivere, che non gli apparteneva: la vita di un altro Troisi. Quello sano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA