Stefano Fresi: «Con le mie passioni? Ci pago il mutuo di casa»

Stefano Fresi: «Con le mie passioni? Ci pago il mutuo di casa»
di Fiamma Sanò
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Lunedì 8 Gennaio 2018, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 17:58
Se c'è un attore del momento, quello è lui. Stefano Fresi. Romano, classe 1974, stazza imponente e barba che lo fanno confondere, da sempre, con il collega Giuseppe Battiston. «Fa' na cosa diversa da tutti, nun lo nomina'», dice pensando all'inevitabile paragone. «Lui è pure dimagrito, ed è di Udine». Fresi ride e fa ridere anche in un'intervista: «Porti il sorriso dove vai, è uno dei complimenti più belli che mi abbiano fatto», racconta. Nasce musicista e compositore, lo scopre attore Michele Placido: lo vede recitare in teatro e lo arruola in Romanzo Criminale. Questo autunno l'abbiamo visto in una fiction, In arte Nino e 3 film ( Nove lune e mezza di Michela Andreozzi, La casa di famiglia di Augusto Fornari, Smetto Quando Voglio - ad honorem, di Sydney Sibilia). L'8 e il 15 gennaio sarà nel cast de I delitti del Bar Lume, la serie di film-tv, produzione originale Sky-Palomar (8 e 15 gennaio, 21.15, Sky Uno HD e su On Demand; c'è pure Corrado Guzzanti). Poi il teatro: da gennaio a marzo farà Sogno di una notte di mezza estate (da domani al Sistina di Roma). Il 22 febbraio esce un altro film: Sconnessi, di Christian Marazziti. E, dulcis in fundo, adesso è anche sul set di La befana vien di notte (titolo provvisorio) di Michele Soavi, con Paola Cortellesi.

Signor Fresi, tutto bene?
«Certo. Meravigliosamente».

Contento?
«Non so cos'altro chiedere alla vita. Ho una famiglia meravigliosa, sono in perfetta salute, vivo delle mie passioni, con cui riesco a pagare il mutuo».

A proposito:nel film La casa di Famiglia (ora al cinema), è uno dei fratelli che vende la casa del padre. Cosa le è dispiaciuto di più vendere in vita sua?
«La mia prima macchina: la Panda 30 con cui ho fatto tante scorribande con i compagni di classe».

A Marciana Marina, girando il Bar Lume ha mangiato le famose brioche del bar sulla piazzetta? Oppure vegano-crudista com'è, non si è lasciato tentare?
«Sta cosa deve fini' (ride) Non sono vegano-crudista! Ho solo fatto un corso da chef e mi piace tantissimo la verdura».

Altro film nelle sale in queste settimane: Smetto quando voglio Ad honorem. Cosa non riesce mai a smettere?
«Di essere nostalgico. Sono legato al passato, ai miei defunti, alla storia della mia famiglia. Guardo avanti, ma sempre con un occhio indietro, per tenere presente la strada da dove provengo».

Quale?
«Una famiglia attaccata all'amore, alla correttezza, con una grande allegria. È quello che mi hanno insegnato i miei genitori e i miei nonni prima di loro. E che ora sto provando, con tutto il cuore, ad insegnare a mio figlio Lorenzo, 7 anni e mezzo».

Perché lo ha chiamato Lorenzo?
«Mi piaceva, e mi piace che si possa dire in un momento più aulico che è per Lorenzo il Magnifico, in uno più pop, per Jovanotti».

Mi dica una cosa che ha fatto Lorenzo il Magnifico
«Ha scritto Il principe ah, no! Quello era Machiavelli».

Mi canti una canzone di Jovanotti
«Sei sostanzialmente sei sostanza dei giorni miei».

Perché non esistono attrici femmine di stazza come lei?
«Perché il cinema è maschilista, la donna-stereotipo è la strafiga, quella grassa serve solo quando si cerca l'aspetto comico nella fisicità anziché nella recitazione».

La parte che non le faranno mai fare?
«Suppongo la femme fatale. Ma sono stato un trans barbuto in un cortometraggio di Giacomo Cimini».

Meglio il cinema o la musica?
«Meglio la pasta o il guanciale? La carbonara! Musica e cinema sono i due amori folli della mia vita».

C'è il terzo?
«Cristiana».

Cioè la sua compagna, la musicista Cristiana Polegri. Perché non l'ha mai sposata?
«Questo lo dice lei! Io l'ho sposata in un momento precisissimo della mia vita. Dopo che abbiamo fatto l'amore la prima volta, il 1° gennaio 2005. L'ho guardata dormire e mi sono detto: Io con questa ci invecchio. Poi se serve scriverlo su un documento, perché con un figlio è più pratico, allora magari lo farò».

 
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