Salvatores al Lido: «La mia Italia che non piange»

Salvatores al Lido: «La mia Italia che non piange»
di Gloria Satta
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Mercoledì 3 Settembre 2014, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 19:04
C’ la ragazza che non esce mai dal letto: Sotto le coperte mi sento al sicuro. Confessa il pensionato solo e amareggiato: Per la societ sono ormai inutile. Un uomo abbraccia la figlia appena nata, un giovane marinaio parla di sé su una nave cargo in pieno oceano, un cardiochirurgo di guerra salva i bambini in Iraq, un’anziana malata di Alzheimer (il personaggio più commovente) scambia per un angelo il figlio chiamato Gabriele, un testimone di giustizia accetta stoicamente di vivere blindato.

E poi coppie gay, coppie etero, l’astronauta Parmitano che guarda il mondo dallo spazio, disoccupati, carcerati, un esercito di cani e gatti più umani degli umani, padri separati, due ragazze che cantano a squarciagola ’O sole mio... Sono i variegati protagonisti di Italy in a day - un giorno da italiani, il film “collettivo” promosso da Gabriele Salvatores e applaudito al Lido fuori concorso.



Utilizzando un format inventato da Ridley Scott, il regista italiano premio Oscar ha chiesto agli italiani di filmare la loro vita (con videocamere, cellulari, tablet) in un giorno specifico: il 26 ottobre 2013. Sono arrivati oltre 44mila video, 2200 ore di immagini in totale, poi ne sono stati selezionati e montati 632. Il risultato è un sorprendente censimento delle emozioni, degli umori, delle frustrazioni e dei sogni del nostro Paese.Altro che selfie degli italiani: c’è tenerezza e voglia di raccontarsi anziché esibizionismo nelle testimonianze condivise da nord a sud, da giovani e anziani.

Prima sorpresa: «Mi aspettavo più rabbia, la stessa che tiene banco sui media e nei talk show tv. Invece l’Italia che emerge da questo film, sebbene ferita, non si piange addosso, non rinuncia alla dignità e si concede perfino qualche speranza per il futuro», spiega Salvatores. «Vorrei perciò che Italy in a Dayvenisse visto dai nostri politici che hanno, o dovrebbero avere, come missione il benessere della gente». Il film verrà intanto distribuito nelle sale da 01 il 23 settembre, per una sola giornata, poi andrà in onda su Raitre il 27 settembre.



Senza mai intervenire sui video amatoriali, Salvatores si è riservato il montaggio che, dice, «nel dilagare contemporaneo delle immagini è la vera anima del cinema perché rispecchia la visione del regista». Confessa poi che si aspettava più contenuti trash, in stile social network. «Invece», ammette, «ho riscontrato tanta sincerità e situazioni così vere che nemmeno lo sceneggiatore più smaliziato avrebbe potuto inventare».



Altro dato inaspettato: l’umanità che ha accettato di partecipare all’esperimento appartiene alla fascia più modesta della società, quella composta da disoccupati, precari, pensionati, famiglie in difficoltà. «Non mi sono arrivati video da borghesi e intellettuali», racconta Salvatores, «evidentemente il benessere azzera la voglia di condivisione».Dai filmati è inoltre assente qualunque riferimento all’arte e alla cultura: «E’ il risultato dell’ultimo venticinquennio politico».



Ma cos’è in definitiva Italy in a Day? «Una seduta psicanalitica collettiva», risponde Salvatores. Nel 1996, dirigendo Nirvana, fu il primo a intuire il potenziale della rete. Oggi prende le distanze: «Sul web», afferma, «c’è una falsa libertà. Pur essendo un democratico convinto, non credo nella democrazia diretta né che il pubblico abbia ragione. Qualcuno deve prendersi delle responsabilità: il cinema, magari, perché racconta la realtà che su internet non vedremo mai».



E dopo l’immersione nel realismo di Italy in A Day,

Salvatores tornerà a Natale sugli schermi con il suo nuovo film: Il bambino invisibile, una favola di cui è protagonista la magia.
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