Scelte politiche: premiate le diversità/ Le statuette anti-Trump

di Paolo Genovese
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Martedì 28 Febbraio 2017, 00:08
Who is the Winner? Probabilmente l’Oscar più politico di sempre, ancora più di quello del 2003, quello della guerra che nessuno voleva, quella contro l’Iraq. 

Ma questa volta niente manifestanti e forze dell’ordine che sfilavano davanti al Chinesetheatre, e nessun proclama alla Michael Moore che urlava: «Siamo di nuovo in guerra signor Bush, vergognati!».
Questa volta pochi proclami e molti fatti. La comunità artistica ha dato il suo messaggio in mano al vecchio Oscar. E le scelte dei vincitori sono più chiare di qualunque dichiarazione politica. Vince la diversità quest’anno, quella che il presidente tanto avversa. E così ecco Mahershala Ali, il primo musulmano a vincere un Oscar (miglior attore non protagonista) che insieme a Viola Davis (miglior attrice non protagonista) va ad arricchire la lista degli artisti di colore premiati. Tanto per rispondere alle polemiche dell’anno scorso e forse anche per una rinata nostalgia di Barack Obama.

Il miglior film straniero va a Il Cliente di AsgharFarhadi che ha deciso di non venire a ritirare il premio, solidale con chi è stato colpito dal MuslinBan, e manda a ritirare l’Oscar per lui una sua concittadina iraniana che ha letto il suo messaggio contro ogni tipo di discriminazione e divisione.
E poi abbiamo visto l’attore messicano Gael Garcia Bernal che ha urlato il suo «no!». Un «no a qualunque muro separatista di vite e culture».

Ed infine il vincitore come miglior film, Moonlight, un film completamente indipendente, senza star affermate e con attori tutti di colore che tratta un tema delicato come l’omosessualità.

Sembra che anche Hollywood sappia fare quadrato quando è necessario, facendo scelte non scontate e fuori dagli schemi. E anche l’errore, che rimarrà nella storia degli Oscar, dell’annuncio sbagliato del vincitore sembra perfettamente in linea con questa edizione. Quasi a dire: «Normalmente il premio lo avremmo dato a La La Land, ma quest’anno è più giusto premiare questo piccolo e coraggioso film, per dare un po’ di speranza a tutti». 
E chissà quanti in quella sala avrebbero voluto che l’annuncio sbagliato fosse stato quello delle scorse presidenziali invece di quello dell’Oscar. 
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