Rimasto senza lavoro, ma comunque pagato (150.000 euro lordi l’anno il suo contratto), ha iniziato la sua battaglia, affidata all’avvocato Maurizio Borale dello studio legale Fezzi di Milano. Per Infante le problematiche erano duplici: da un lato l’impossibilità di partecipare alla scaletta e di scegliere gli ospiti (banditi i giornalisti di alcune testate), dall’altra un ruolo che da primario (i temi di politica e attualità erano di sua competenza) è passato a secondario (si dovette occupare di gossip e costume). La Rai nei palinsesti autunnali appena presentati, ha inserito Infante, ma “solo” per affidargli dei documentari. La sentenza del giudice è chiara: deve andare in video come conduttore.
La tv di Stato a questo punto può presentare appello ma intanto dovrebbe comunque offrirgli un programma. Che sia mattina, pomeriggio o notte poco conta. Da quando il presentatore è stato fatto fuori da Rai 2, la sua fascia è diventata un caso. Due anni fa viaggiava con medie share del 12-13%, “Detto Fatto” di Caterina Balivo ha chiuso la stagione attorno al 6%. Perdita di ascolti e perdita di incassi. Le cause alla Rai sembrano essere infinite. E continuano a costare molto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA