Micaela Ramazzotti agli studenti di Roma: «Che bella la mia adolescenza in periferia fra bar, bische e bulli»

Micaela Ramazzotti agli studenti di Roma: «Che bella la mia adolescenza in periferia fra bar, bische e bulli»
di Paolo Travisi
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Giovedì 23 Novembre 2017, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 17:46

“La mia adolescenza è stata la parte più bella della mia vita, mi sono divertita, ne ho fatte tante con le mie amiche, nonostante sia cresciuta in una periferia romana, tra bar e bische, in un ambiente maschilista dove c'era il bullismo. Ma ho imparato a difendermi sin da ragazzina”.
 

 


Si racconta con genuinità Micaela Ramazzotti, incontrando la platea di studenti delle scuole superiori di Roma e del Lazio che hanno aderito al “Progetto ABC” sostenuto da Regione Lazio e Roma Capitale, in cui il cinema diventa strumento didattico. L'occasione è un dibattito al termine della proiezione di uno dei film più belli della scorsa stagione, La Pazza Gioia, diretto da Paolo Virzì e vincitore del David di Donatello.
 


Nella pellicola Ramazzotti, coprotagonista insieme a Valeria Bruni Tedeschi, interpreta Donatella, una donna afflitta da gravi problemi psichiatrici, ricoverata in una clinica e tormentata da una vita in cui si è sporcata l'anima con il reato più grave: l'infanticidio. Raccontare quel personaggio ha permesso all'attrice romana di parlare di sé, delle difficoltà giovanili, quelle universali dell'adolescenza e del riscatto offertole dal cinema. “A quasi 39 anni inizio a sentirmi forte e ad avere una grande autostima che ho costruito nel tempo. Da ragazza mi difendevo in maniera spavalda, ma dietro alla corazza dolce ero una tigre”.

In un periodo in cui il mondo del cinema è scosso da accuse e testimonianze di giovani ed aspiranti attrici che denunciano ai media presunti abusi e violenze, acquista un significato particolare la scelta di Ramazzotti, che rispondendo alla domanda di uno degli studenti, ripercorre i suoi inizi artistici. “Il percorso è stato molto difficile. Ho iniziato a 12 anni, ho mandato una foto a un giornalino di fotoromanzi. Un giorno mi hanno mandato una raccomandata e i miei genitori mi hanno accompagnata al provino, il primo di tanti. Nel corso degli anni ho ricevuto tante legnate e porte in faccia. Mi dicevano che brutta voce che hai, ma non avevo i mezzi per fare dei corsi.

La mia crescita personale è andata di pari passo con quella professionale. Sono grata a questo mestiere che mi ha dato l’opportunità di esplorarmi e di conoscermi”. Poi dalla platea una ragazza chiede il microfono e le domanda se ha imparato qualcosa da quel personaggio così solo, sconfitto dalla vita, disprezzato da tutti anche dalla famiglia.

“Durante la lavorazione del film ho conosciuto molte donne in cura negli ospedali psichiatrici. Donne segnate dalla malattia e dalla mancanza di autostima. Io dico a voi, quello che ripeto ai miei figli. Bisogna credere sempre nelle proprie passioni e stimarsi perché la linea tra normalità e follia, tra stare bene e stare male è molto sottile”. Nel corso della sua carriera Micaela Ramazzotti spesso ha interpretato donne complesse, prese a schiaffi dal destino e dagli uomini.

“In certi ambienti c'è sopraffazione. Per questo mi piacciono i ruoli difficili in cui posso dar voce alle donne che subiscono violenze. Nella vita di tutti i giorni, più si scende di ceto, più la vita delle donne è complessa” ragiona l'attrice che aggiunge “mi piacerebbe molto interpretare un'operaia, una magazziniera oppure un'autista dell'Atac”. L'idea di cinema per l'attrice de “La pazza gioia” è lontana dalle cronache di queste ultime settimane “sul set mi sento a casa, ho avuto la fortuna di incontrare colleghi e registi che mi hanno insegnato ad avere coraggio, ad affrontare la vita. Il cinema è una grande clinica che esorcizza le mie follie”.

Prima di salutare i ragazzi, che domani torneranno a scuola e che magari da questa mattinata al cinema, trarranno qualche spunto per scrivere un tema, Ramazzotti si lascia ad un'ultima considerazione “il futuro è nelle vostre mani, fuori ci sono molti stupidi, ma coraggio.
Io per alimentare la mia pazza gioia, ogni sera ballo con i miei figli e magari un giorno ballerò in un musical”.

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