Maker faire 2019, Alex Braga: «L'intelligenza artificiale adesso è anche artistica»

Maker faire 2019, Alex Braga: «L'intelligenza artificiale adesso è anche artistica»
di Alex Braga
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 12:11

Oggi, sabato 19 ottobre, nell'Ex caserma Guido Reni, alle 20.30 - scrive Alex Braga - si terrà il primo festival italiano di musica e intelligenza artificiale. Sarà la prima edizione di Fuori Maker, evento parallelo e complementare di Maker Faire Rome. Io avrò l'onore di duettare con il fondatore dei Subsonica Davide Boosta Dileo e con il talentuoso pianista tedesco Niklas Paschburg, usando l'intelligenza artificiale A-Mint, per creare orchestrazioni elettroniche improvvisate e visual art.

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Un anno fa, insieme ai professor Francesco Riganti Fulginei e Antonino Laudani di RomaTre, abbiamo presentato questo progetto dentro la fucina innovativa di Maker Faire, e da allora grazie a quel trampolino di lancio ho avuto la fortuna di essere proiettato a livello internazionale dentro festival come Sonar, Mutek, Ade, e sono arrivato addirittura a ottenere una nomination ad Ars Electronica, l'oscar mondiale dell'arte digitale. E insieme a uno dei più antichi conservatori d'Europa, Santa Cecilia, abbiamo creato la prima masterclass di Musica e Intelligenza Artificiale in un conservatorio.

IL DNA
In Italia e a Roma sappiamo fare innovazione. Meglio di tanti altri. Magari siamo meno bravi a fare sistema e ad innescare circoli virtuosi che si tramutino in fiorenti industrie da export, ma il nostro DNA creativo è imbattibile, ed è lo stesso che ha portato noi italiani a inventare il pianoforte (Bartolomeo Cristofori, nel 1698). Quello stesso pianoforte che nel 1726 venne messo a sistema dal tedesco Gottfried Silbermann che lo sottopose a Bach e ne fece una tradizione industriale secolare. Per i tedeschi.

Ecco perché il 19 ottobre invece noi saremo a Roma. A fondare il primo festival di una musica nuova, una musica evoluzionale, fatta con strumenti nuovi, adattivi ed in continua evoluzione e basati sulla prima ed unica intelligenza artificiale al mondo che è in grado di decodificare in tempo reale il codice di improvvisazione di qualsiasi artista e produrre insieme a lui un supersuono, un magma in ebollizione generato da infiniti strati di arrangiamento che vengono creati nell'istante stesso in cui una nota viene prodotta dal musicista.

Un'intelligenza artificiale a totale servizio dell'artista, che non fa nulla senza di lui e non cerca in alcun modo di sostituirlo, ma al contrario gli dona con enorme generosità i superpoteri sotto forma di una mole impressionante di dati, che l'Artista Evoluzionale interpreta, cavalca, trasforma, amplifica, doma, alla ricerca di quella frontiera che è il confine da oltrepassare.

Questo succederà il 19 ottobre. E coinvolgerà tutti, a partire da noi artisti sul palco, fino all'ultimo sperimentatore seduto nell'ultima poltrona in sala. Perché così funziona A-Mint, Artificial Music Intelligence : in maniera estremamente complessa eppure semplicissima.

IL SEME
L'artista pianta il suo seme, la melodia originale, e l'ambiente riproduttivo evoluzionale di A-Mint comincia a far crescere nuove cellule, fatte di suoni e immagini, che creano infiniti paesaggi sonori e visivi organici e vitali. Che l'artista può coltivare e far sbocciare in tutta la loro potenza emozionale a suo piacimento.
L'arte ha valore perché fornisce emozioni e una visione diversa del futuro e della realtà. Su quest'ultima siamo sicuramente ferrati, mentre invece se riusciremo ad emozionarvi ce lo direte voi il 19 ottobre quando scenderemo dal palco, sudati, elettrizzati e felici per aver fatto qualcosa che non c'era e che adesso esiste.
 

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