Maker Faire 2018, l'esperto di robotica: «Non dobbiamo avere paura delle macchine»

Il professore Bruno Siciliano, curatore dell'area robotica di Maker Faire
di Alessandro Di Liegro
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Sabato 13 Ottobre 2018, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 16:37

La robotica raddoppia al Maker Faire Rome. Per la prima volta presente nell'edizione del 2017, l'area curata dal professore Bruno Siciliano, ordinario di robotica alla Federico II di Napoli, complice il grande interesse ottenuto lo scorso anno, aumenta come numero di centri di ricerca coinvolti e come applicazioni presentate: «L'anno scorso abbiamo invitato 15 laboratori di punta dei centri di ricerca italiani, e abbiamo avuto una grande reazione sia come adesioni che come interesse – afferma Siciliano – quest'anno raddoppiamo. Abbiamo avuto la presunzione di invitare i maggiori centri di ricerca europei e abbiamo avuto una buona risposta».
 


La natura di Maker Faire è quella di mettere in contatto l'innovazione dal basso con i centri di ricerca, con i maker che incontrano gli spinoff universitari, spesso alla ricerca di sviluppatori: «Maker faire si presta a questo aspetto di contaminazione – prosegue Siciliano - Io dico sempre che i progressi ulteriori avverranno ai crocevia con altre comunità, ci sono applicazioni mediche, applicazioni in campo neuroscientifico, applicazioni biologiche, applicazioni per il food, che è il quarto mercato mondiale della robotica».

Nel prossimo futuro, la presenza dei robot sarà sempre più pervasiva nel quotidiano: «Noi ci siamo accorti che sta cambiando l'interazione sociale – prosegue Siciliano – penso ai robot companion in cui le persone – e non solo anziani o bambini – in qualche modo hanno cominciato a scoprire che ci si può divertire e interagire socialmente con una macchina, con un robot, indipendentemente dal suo aspetto esteriore». In campo sanitario lo sviluppo della robotica sta cambiando, specialmente nel comparto urologico e ginecologico, in cui i robot compiono la maggior parte delle operazioni: «Il robot non fa l'operazione ma offre un ausilio tencologico che consente a un chirurgo di operare con maggiore precisione, grazie alla potenzialità dei sensi. Nei prossimi 5 anni ci sarà anche percezione tattile».

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