Regionali Marche, cinque candidati ma la sfida vera è tra Ceriscioli e Spacca

Regionali Marche, cinque candidati ma la sfida vera è tra Ceriscioli e Spacca
di Luca Fabbri
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Domenica 24 Maggio 2015, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 18:08
Ancora una settimana e le Marche sapranno chi sarà il nuovo Governatore. Cinque i candidati in campo: uno di destra, Francesco Acquaroli (FdI-Lega), uno di sinistra, Edoardo Mentrasti (Le Altre Marche-Sinistra Unita), uno grillino, Gianni Maggi (Movimento 5 Stelle), uno di centrosinistra, Luca Ceriscioli (Pd, UnitixleMarche, Popolari Marche-Udc) ed uno di centrodestra, Gian Mario Spacca (Marche2020-Ap, Forza Italia). Proprio tra quest'ultimi due sembra giocarsi la partita. Il Partito Democratico, che vieta i terzi mandati, ha impedito al Governatore uscente di continuare a guidare il centrosinistra. Dopo essersi visto sbattere la porta in faccia, “per ben 4 volte”, Spacca ha chiuso un accordo con Quagliariello ed Alfano. Alla coalizione di centro tra Marche2020 ed Area Popolare, con l'Udc marchigiana spaccata tra chi appoggia il centrosinistra e chi il centrodestra, si è poi accodata Forza Italia. Immediata l'accusa di “trasformismo” e “poltrononismo” da parte dei suoi ex compagni di viaggio che hanno invece scelto la strada delle primarie. Vinte, non senza lasciare qualche strascico in casa democrat, da Luca Ceriscioli sull'ex assessore Pietro Marcolini. L'ex sindaco di Pesaro è il favorito ma dovrà pagare lo scotto del debuttante poco conosciuto fuori dalle mura amiche. Il terzo incomodo sarà Maggi, candidato pentastellato, che ringrazia Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle dato in crescita in tutta Italia anche se sarà la prima volta che i grillini si confrontano con l'elettorato marchigiano. Fratelli d'Italia e Lega hanno detto “no” all'ammucchiata “anti-Pd” e hanno rotto il fronte del centrodestra candidando il sindaco di Potenza Picena Acquaroli che, secondo molti, potrebbe essere la rivelazione di queste elezioni grazie al traino di Salvini. L'ex assessore regionale Mentrasti invece spera di sfruttare l'effetto Tsipras e di aggregare il consenso di quell'elettorato di sinistra che si sente tradito dal Pd di Renzi. Pesano poi due incognite. L'affluenza, che risentirà dell'inchiesta sulle spese pazze che ha travolto praticamente tutti i consiglieri regionali ed una legge elettorale che prevede un premio di maggioranza graduale solo sopra il 34%. Sotto quella soglia i seggi verranno ripartiti con il sistema proporzionale. E saranno necessarie le larghe intense per governare. Anche se Spacca ha già detto “no” ad un Patto del Nazareno in salsa marchigiana.



Non solo Regionali. Al voto per eleggere il sindaco, oltre a Senigallia, anche due Comuni capoluogo: Fermo e Macerata. A Fermo il centrosinistra prova a rimettere insieme i cocci, dopo le dimissioni dell'ex sindaco Brambatti che hanno portato la città al commissariamento, presentando Pasquale Zacheo. Dovrà vedersela con Mauro Torresi (FdI), Massimo Rossi (civiche di sinistra), Marco Mochi (5 Stelle), Giambattista Catalini (Forza Italia più civiche di centrodestra), Paolo Calcinaro (civiche di centro). A Macerata invece record di candidati. Saranno ben 9. Il sindaco uscente Romano Carancini, dopo aver vinto le primarie del centrosinistra, dovrà vedersela con Tommaso Golini (Forza Nuova), Michele Lattanzi (Comunisti italiani), Anna Menghi (Lega), Carla Messi (5 Stelle), Maurizio Mosca (FdI), Marina Adele Pallotto (ex 5 Stelle candidata con civiche), Deborah Pantana (Fi e civiche di centrodestra) e Maria Francesca Tardella (civiche).