Ci sarà una conferenza stampa della stessa Antimafia con la divulgazione dei nomi sospetti? «Non lo so - è la risposta di Capacchione -. Sto studiando ancora i dati, poi mi confronterò con i colleghi dell'Antimafia. Questo lavoro che sto svolgendo è nella linea di quanto si va dicendo da tempo, e cioè che le mafie hanno cambiato pelle, sono in giacca e cravatta e si insinuano nelle istituzioni. Ovviamente, quelle di cui parliamo, non sono delle persone pregiudicate. Sui loro nomi, però, i partiti locali avevano già espresso delle riserve».
Capacchione ribadisce di non aver condiviso le modalità di divulgazione della lista degli impresentabili. «Più che un lavoro di applicazione rigida dei carichi pendenti - spiega - occorreva svolgere un'attività di analisi. Perché non si può mettere assieme la vicenda di De Luca, per un fatto di 20 anni fa, insieme con reati attuali di altri candidati».
Qualcuno ha visto in questa diffusione una sorta di killeraggio politico. È d'accordo? «Di sicuro - risponde la Capacchione - è stato un fatto inopportuno perché era il giorno prima del silenzio».
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