GLI INIZI
La storia parte dalle strade di Bedford Stuyvesant infestate dalla droga e dalla violenza, che Lee conosce bene per averci girato il suo iconico “Fa’ la cosa giusta”. Il piccolo Mike precocemente abbandonato dal padre vagabondo vi fa la conoscenza dell'alcool fin da bambino, e poi della coca a 11 anni, mentre cresce tra scazzottate per la strada e piccoli furti. Sappiamo bene come il manager-padrino Cus D'Amato riuscì a pilotare la sua rabbia verso il quadrato, e come cercò fino alla fine dei suoi giorni di offrirgli quella protezione familiare che Mike non aveva mai avuto. Dalla morte di Cus la vita del pugile è tornata sui binari a quali era destinata in partenza: un'alternanza micidiale di successi ai vertici della box e della popolarità, e di cadute fragorose nella polvere.
LA DROGA
Agli uni e agli altri, Tyson nel libro aggiunge dettagli fino ad ora sospettati ma mai confermati. La droga ad esempio, che lo ha accompagnato non solo nella vita ma anche sul ring, fino al tragico epilogo del match con il britannico Danny Williams del 2004, quando salì a combattere ancora stordito dagli abusi di cocaina della vigilia. Iron Mike era stonato di marjuana persino quando chiuse l'incontro con Lou Savarese nel 2000 in soli 38", la seconda vittoria più rapida della sua carriera. Ai controlli antidroga indossava sotto le mutande una protesi con un pene di gomma, collegato ad una borsa di urina 'pulita', che lo ha salvato dalle squalifiche. L'altro sesso poi, quello sotto la protesi, è stato un'altra delle dannazioni che l' ha inseguito per tutta la vita. Lo ha portato in galera per stupro, e qui lo ha perseguitato con una foga insaziabile, fino a corrompere con 10.000 dollari l'assistente sociale che avrebbe dovuto disintossicare dalle droghe, e che invece lo chiamava tre volte al giorno per altrettanti incontri intimi in infermeria. I soldi gli sono scivolati dalle mani come i guantoni alla fine dei combattimenti, come il milione di dollari in contanti che ha lasciato dentro un borsellino di Vuitton alla fine di una notte brava a Las Vegas.
LA MATURITÀ
Il libro, come lo spettacolo teatrale, si chiude con la promessa di riscatto e l'annuncio di una raggiunta maturità nella vita. Ma tra la scrittura e la stampa, Mike ha dovuto aggiungere un post epilogo di sconfitta, dopo il disperato appello in un intervista televisiva di fine agosto, nella quale ha detto: «Mi sento sull'orlo della morte perché sono un alcolizzato incorreggibile, e senza aiuto posso scivolare nel buio ad ogni momento».
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