Dimmi che caffè bevi e ti dirò chi sei. Il modo di prendere il caffè svela la nostra personalità

Dimmi che caffè bevi e ti dirò chi sei. Il modo di prendere il caffè svela la nostra personalità
di Costanza Ignazzi
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Giovedì 24 Aprile 2014, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 16:36
Dimmi che caff bevi e ti dir chi sei. Fatta salva la passione di ogni italiano che si rispetti per l’espresso napoletano, dietro la nostra ordinazione mattutina al bar si nasconderebbe molto più della nostra preferenza in materia di colazione. O almeno ne è convinto il giapponese caffè-dipendente Ryoko Iwata, che sul suo blog ILoveCoffee.jp ha unito dati provenienti da diverse ricerche per dimostrare insindacabilmente che il nostro tipo di caffè preferito dice tutto, ma proprio tutto sulla nostra personalità.



Il punto di partenza è, per dirla con gli esperti di linguaggio del corpo Judi James e James Moore, che «chi è spaventato dal caffè è spaventato dalla vita, un’affermazione che rischia di diventare la nuova frase preferita dagli appassionati frequentatori del bancone del bar. Detto questo, se siete degli ultras del caffè espresso, secondo Iwata avete la stoffa del leader. In base ad una ricerca condotta su un campione di mille consumatori di caffè, chi preferisce l’espresso lavora duro e tende ad assumere la leadership in tutti i campi: di certo sa cosa vuole, anche se spesso si rivela un po’ umorale. Se invece non rinunciate a una goccia di latte nella tazzina il quadro è molto diverso: probabilmente siete delle persone un po’ indecise per le quali è molto importante compiacere il prossimo, e a volte siete anche un po’ nevrotici.



Alzi la mano chi mai avrebbe pensato che il caffè macchiato avesse tutti questi significati nascosti. Ce n’è anche per gli amanti del cappuccino, che secondo Iwata tendono ad essere onesti, creativi e motivati. Pieni di amici, si annoiano però facilmente se frequentano persone prive di immaginazione. D’altra parte, spesso sono ossessivi e maniaci del controllo, nella vita come sulla quantità di schiuma sulla tazza. Se poi il cappuccino è con il latte di soia, apriti cielo: la persona che lo ordina è sicuramente egocentrica e pignola. Tutto il contrario di chi ama il caffè solubile e che tende ad essere rilassato e a rinviare le cose. Insomma, avevate ragione a non fidarvi del collega che passa i pomeriggi a miscelare caffè e acqua calda. Non dimentichiamo però che Iwata vive in America, patria di Starbucks e che quindi nella sua ricerca non poteva mancare il mitico Frappuccino, scelto dai trend setter, persone avventurose e coraggiose che però non sempre fanno la scelta più salutista (ovviamente, con tutta quella panna).