Porno, i consumatori più frequenti di video tendono a essere più religiosi

Porno, i consumatori più frequenti di video tendono a essere più religiosi
di Antonio Bonanata
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Lunedì 25 Luglio 2016, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 10:42
Essere un assiduo frequentatore di siti porno può indurre a più forti sentimenti religiosi: è questo il bizzarro risultato di un’indagine condotta dal dottor Samuel Perry, pubblicata sul Journal of Sex Research e durata sei anni, durante i quali si sono studiati gli effetti che il porno ha avuto sul sentire religioso di 1300 cittadini americani.

Le conclusioni lasciano stupefatti: chi vede filmati o immagini porno una volta a settimana o più è portato a rafforzare il proprio senso della religiosità e le convinzioni spirituali che lo animano rispetto a chi ne è solo un consumatore occasionale. Il nesso starebbe nel tanto vituperato “senso di colpa”, un’arma da sempre fortemente persuasiva nelle mani della religione, la quale ha saputo usarla come strumento di controllo verso coloro che si professano “credenti”. In altre parole, più aumenta il consumo di pornografia, più ci si sente in colpa; cresce quindi il bisogno di chiedere perdono con atti di penitenza o con la preghiera e, in tal modo, ci si avvicina di più ai precetti religiosi (salvo poi ripiombare nel peccato).

«Quanti fanno uso di pornografia ai massimi livelli sembrano essere più religiosi per la frequenza con cui pregano e vanno in chiesa rispetto ai pornografi più moderati» spiega il dottor Perry, aggiungendo: «Più specificatamente, coloro che dal 2006 al 2012 presentavano un consumo medio di almeno un video porno a settimana, pregavano o partecipavano alle funzioni religiose più spesso rispetto a chi ne vedeva uno al mese o ancora meno». La ricerca ha inoltre mostrato che le persone che non avevano mai visto un video porno nella loro vita erano anche le più devote e le meno incerte riguardo la propria fede, confermando così la tradizionale avversione della religione all’uso e al consumo della pornografia.

Aggiunge infatti l’autore della ricerca: «Per gli americani religiosi, il porno è in contrasto con la loro visione della morale sessuale. Si tratta di un problema etico enorme, soprattutto quando questa pratica è stabile e frequente». Interrogandosi sulle cause che legano pornografia a religiosità, il dottor Perry ha avanzato varie ipotesi, tra cui la più probabile sarebbe appunto il pentimento: chi ha indugiato su video o immagini porno si sente in colpa e chiede perdono; ma un’altra spiegazione starebbe nei comportamenti compulsivi, che riguardano tanto le pratiche religiose quanto l’hard. Anche se non è da escludere che il tutto nasca da una sorta di “compensazione”; oppure perché alcuni hanno guardato talmente tanto porno da essersi assuefatti e non sentirsi più nel peccato.

A tal proposito, aggiunge Samuel Perry: «Potrebbe essere che chi fa uso di pornografia ai più alti livelli sappia separare le due abitudini (andare in chiesa e vedere video hard) in modo da viversele pacificamente, senza che esse entrino in conflitto. In questo modo, il porno è diventato per costoro qualcosa di talmente assiduo che, facendone un consumo quotidiano, non li fa sentire in colpa». Ad ogni modo, il ricercatore americano precisa che il suo studio non vuole sottintendere che la religione spinge a trasgredire, anche in questo ambito della vita; ma che incontrare in chiesa insospettabili frequentatori di siti e chat bollenti è meno insolito di quanto si pensi.
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