Savoia chiarisce: «A causa di un complesso processo, il getto di alcool spruzzato sul fuoco crea una nube che fa esplodere la bottiglia». Conseguenza: «Ustioni su tutto il corpo». Tanto che già da alcuni anni il Cardarelli è promotore di un progetto, curato nella comunicazione da Laura del Prato e sostenuto dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani e dall’Ordine provinciale dei Farmacisti di Napoli, che prevede una campagna d’informazione sui pericoli da «uso sconsiderato dell’alcool denaturato».
Come mostra la locandina, il flacone è paragonato a una bomba: «Che differenza c'è? Nessuna», lo slogan.
I Centri Siust (ossia della Società italiana ustioni), in collaborazione con l'ospedale, sono impegnati in un monitoraggio che ha portato a rilevare che il 20 per cento dei ricoveri nelle strutture specializzate è dovuto a questo tipo di incidenti che comportano peraltro una spesa nelle cure, a carico del sistema sanitario nazionale, che supera i 14 milioni di euro solo per i primi 25 giorni di degenza. C'è anche un'organizzazione, la Octopus, formata da ex pazienti per fare prevenzione, attraverso testimonianze dirette e segni indelebili. Scioccanti, sì. Il mio compagno di scrivania, che è tra quelli che accende con l'alcool il barbecue, è impressionato e anche pentito.
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