Selvaggia Lucarelli direttore del sito Rolling Stone: il web insorge

Selvaggia Lucarelli direttore del sito Rolling Stone: il web insorge
di Andrea Andrei
4 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Dicembre 2017, 18:44 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 11:10
Selvaggia Lucarelli è il nuovo direttore del sito web italiano di "Rolling Stone", storica rivista musicale, tra i brand più famosi e imitati nell'intero panorama del giornalismo musicale mondiale.

Certo di tempo ne è passato da quel 1967, da quando cioè l'editore Jann Simon Wenner e il critico musicale Ralph J.Gleason fondarono la rivista a San Francisco. Un periodico che divenne ben presto un marchio di culto nel mondo della musica, anche quando, negli anni seguenti, cominciò ad occuparsi anche di altri settori, dal cinema all'attualità. La versione italiana del magazine, nata nel 2003, pur conservando la vocazione musicale, si orientò da subito verso un modello differente, più "patinato". Un concetto di "rock" che si distacca quindi dal significato musicale del termine, per tradursi in fenomeno di costume. Spesso le copertine del mensile ritraggono personaggi che non hanno alcun legame con la cultura musicale (da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi, da Papa Francesco fino a Lapo Elkann), cosa che in più di un'occasione ha suscitato il disappunto dei lettori.

 
 

Certo la decisione di nominare Selvaggia Lucarelli alla guida del sito del magazine, considerato comunque ancora tra i più prestigiosi nel suo campo, aggiunge un elemento decisamente inedito alla storia della testata. Rolling Stone definisce la Lucarelli «una firma autorevole, graffiante, profonda e con un sense of humour assolutamente particolare», ma soprattutto, cosa forse ancora più importante, «la donna più influente e temuta del Web italiano, con 1.200.000 follower su Facebook, 800.000 su Twitter e 350.000 su Instagram».

«Ho accettato con entusiasmo perché voglio svegliarmi tutte le mattine con una missione: rendere questo paese un pò più rock - ha detto Lucarelli - Dirigere un sito che continui a occuparsi di musica ma si allarghi a politica, attualità e costume con un approccio rock e nuove firme con molta personalità. E perché in Italia, nel campo dell'editoria, non ci sono direttori donna (anche nell'online come in questo caso) se non nei femminili, come se alla fine le nostre principali competenze rimanessero moda e mascara. È ora di prendersi tutto, noi donne. Perfino la storia. E "Rolling Stone" è la storia!».

Entusiasti anche l'editore, Luciano Bernardini de Pace, e il direttore Giovanni Robertini, che ha affermato: «Sono contento che il mondo web di "Rolling" possa avere un continuo e costante scambio, che coinvolgerà anche i nostri lettori e follower, con l'identità e la personalità forte e pop di una professionista come Selvaggia». Esulta anche Francesco Facchinetti, che le scrive su Twitter un messaggio diretto: «Hey @stanzaselvaggia, 'Mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'» (messaggio che peraltro nemmeno la stessa Lucarelli sembra aver capito: «Non so che, però ripigliammocelo»). E ne ha ben donde di esultare, Facchinetti, visto che la sua agenzia di management, Newco, rappresenta anche la Lucarelli.

Un entusiasmo che però non sembra essere molto condiviso in Rete: fin dalle prime ore in cui la notizia della nomina è stata resa nota, i social network sono stati invasi da messaggi di amara ironia (se non di lamentele vere e proprie).
E mentre alcuni utenti la difendono, accusando i detrattori di essere invidiosi, altri semplicemente constatano che la scelta di affidare la direzione a Lucarelli è coerente con l'orientamento della rivista, che ormai ha perso definitivamente la sua vocazione musicale. La Lucarelli, a onor del vero, dal suo profilo Twitter aveva già anticipato le critiche che avrebbe ricevuto di lì a poco: 
«Così oltre a dire che ne sai di giornalismo, di ballo, di comicità, potrete pure dire: che ne sai di musica?», ha scritto. D'altronde lei sui social gioca in casa, essendo quei social il terreno su cui ha costruito, con intelligenza e arguzia incontestabili, la carriera che l'ha portata a spostarsi agilmente dalle colonne del "Fatto Quotidiano" agli spot dei reggiseni Yamamay, fino alla giuria di "Ballando con le stelle" e, appunto, alla direzione del sito del Rolling Stone. Di quei social, la Lucarelli conosce le regole, i punti deboli, i rischi (è uno dei bersagli preferiti dai cosiddetti haters, gli odiatori professionisti da tastiera, che la attaccano quotidianamente con gli insulti più beceri e maschilisti immaginabili). Conosce meno la musica, probabilmente.

Ma il vero punto è che forse questo non è più importante, nemmeno per dirigere una delle riviste musicali più prestigiose. E non c'entra nemmeno avere lo "spirito rock", come dice lei e come in tanti sostengono (sarebbe come dire che basta amare il sudoku per dirigere il Cern). Perché alla fine, più di ogni altra cosa contano i numeri: quelli dei follower, e quelli dei lettori. E saranno gli stessi numeri a giudicare il suo operato. Con buona pace di chi ha ancora in mente il Rolling Stone del 1967: il rock, quello vero, è sopravvissuto a ben altre "minacce".
© RIPRODUZIONE RISERVATA