Addio a Lilli Carati, icona sexy della commedia all'italiana: aveva 58 anni

Addio a Lilli Carati, icona sexy della commedia all'italiana: aveva 58 anni
di Gloria Satta
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Martedì 21 Ottobre 2014, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 11:20

E’ morta Lilli Carati, la star del cinema erotico degli anni Settanta e Ottanta. Aveva 58 anni e stroncarla è stato un tumore al cervello.

Dal successo come attrice all’inferno della tossicodipendenza, passando per il porno, la sua vita è stata una parabola amara costellata di cadute e resurrezioni, successi e tragedie.

Arrestata nel 1988 per possesso di stupefacenti, tentò il suicidio in carcere.

Riprovò a farla finita l’anno dopo, lanciandosi da una finestra. Ma poi, con l’aiuto decisivo della famiglia che non l’aveva mai abbandonata, era entrata in comunità e negli ultimi anni aveva vinto la sua battaglia contro la droga. Il cancro se l’è portata via troppo presto, sottraendola al set di un thriller di cui avrebbe dovuto essere la protagonista.

Bellissima, bruna, occhi dal taglio esotico e bocca sensuale, un corpo esplosivo esibito senza pudori e senza malizia, Lilli era originaria di Varese ma aveva fatto carriera a Roma, come protagonista di tanti film e personaggio di primo piano della Dolce vita degli anni Settanta, mentre l’atmosfera cupa degli anni di piombo scivolava piano piano nell’edonismo più sfrenato.

La favola di Lilli comincia nel 1974 quando la futura attrice arriva seconda a Miss Italia. Viene notata dal grande produttore Franco Cristaldi che la nette sotto contratto per il film “Avere vent’anni” insieme a Gloria Guida, altra attrice cult del cinema commerciale made in Italy che all’epoca veniva inesorabilmente stroncato dalla critica e oggi viene considerato “di culto”. Da quel momento in poi la Carati diventò una vera star e interpretò commedie, “poliziotteschi”, film d’autore. Tra i migliori, “Il corpo della ragassa” di Pasquale Festa Campanile e “Magic moments” accanto a Castellitto.

L’incontro con la droga la emargina dal giro che conta. Registi e produttori non la chiamano più e lei, per pagarsi le dosi di eroina e cocaina, scivola presto nel porno. Lilli gira un film hard dietro l’altro, qualcuno accanto a Rocco Siffredi. Ma vuole salvarsi e decide allora di entrare in una comunità di recupero. Una volta disintossicata, si dà da fare per aiutare gli altri tossicodipendenti. La sua voglia di risalire la china è forte e sincera. Una volta fuori dal tunnel, racconta senza paura la sua discesa all’inferno: vuole rappresentare un esempio, un monito per chi rischia di cascarci. Quando la vita ricominciava a sorriderle, la scoperta del tumore, l’operazione, la morte prematura hanno messo fine alla sua favola triste.