A confermarlo anche una recente indagine di Coldiretti secondo la quale la crescita di occupazione femminile giovanile nel settore è il triplo rispetto a quella maschile. Nel 2015 nel nostro Paese sono aumentate del 76% le under 34 che hanno scelto di lavorare in maniera indipendente in agricoltura. E accanto a chi continua l’attività familiare aumenta il numero delle ragazze "di prima generazione", ovvero provenienti da altre realtà e altri vissuti, per un cambio di rotta dalla città alla natura, per passione, per interesse professionale. L’identikit della contadina moderna? E’ laureata, si occupa di innovazione, è orgogliosa del lavoro che ha scelto e molto soddisfatta della nuova vita, perché si considera “più contenta di prima”. Per la maggioranza vale anche l’appoggio e l’approvazione della famiglia e degli amici.
Le aree di attività vanno dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, dalla cura dell’orto ai corsi di cucina in campagna, dall’agribenessere alla produzione di energie rinnovabili. Fino alla cosiddetta agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, tossicodipendenti e detenuti.
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