Barcellona, camerieri non vedenti: nel ristorante cena al buio per accendere tutti i sensi

Non ci sono tavoli singoli: i clienti mangiano anche insieme a sconosciuti
di Rachele Grandinetti
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Venerdì 19 Agosto 2016, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 18:03
A Barcellona si cena al buio. Ma non si tratta di appuntamenti con sconosciuti nella speranza di incontrare l’anima gemella: il ristorante Dans le noir spegne le luci quando i commensali prendono posto. Si potrebbe pensare a serate sull’erotico andante, invece l’obiettivo è tutto sensoriale ed ha un retrogusto di solidarietà: “Il nostro personale di sala e i nostri camerieri - racconta Adrià Subirana, direttore del locale - sono ciechi. Allora facciamo uno scambio di ruoli: al buio, entriamo nel loro territorio e riponiamo la nostra fiducia in loro come fanno quando siamo noi a chiedere aiuto".

L’idea è nata dopo che il presidente della catena ha preso parte ad una esperienza simile organizzata da un’associazione di persone non vedenti in Svizzera. L’avventura inizia alla reception dove i clienti scelgono il numero delle portate, la tipologia (antipasti, primi, secondi) e le bevande; qui è possibile segnalare anche eventuali allergie o restrizioni alimentari. Ma nessuno sa precisamente cosa verrà servito in tavola: il cliente deve capire che cosa mangia aguzzando gli altri sensi. “Sembra impossibile, ma al buio è molto difficile distinguere il vino bianco dal rosato e dal rosso", racconta Subirana. La cena è emozionante e divertente dal momento che ci si trova allo stesso tavolo anche con sconosciuti e allora la chiacchiera diventa uno degli ingredienti fondamentali della serata: "Non ci sono tavoli singoli e i nostri ospiti si sentono vicini a persone che non conoscono e non vedono.

Per quanto riguarda il cibo, il menu è quello della cucina mediterranea, influenzata dalla francese, con tocchi di sapori americani, latini e asiatici. Ma questo non è un ristorante puramente gastronomico". Al buio, infatti, l’umanità appare sotto una luce diversa e anche i sapori e gli odori si accendono di colori sconosciuti. Molte pietanze sono pensate come finger food: solo prendendo il cibo con le mani, infatti, si può avere consapevolezza di dimensioni e consistenza. Il direttore del ristorante racconta anche della commozione che spesso travolge la sala: “Ci sono persone che hanno pianto nello scoprire cosa si prova nel non vedere”. 
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