Lui, lei, ostriche e champagne. Il mare a pochi metri, serata magica d’agosto. C’è proprio tutto tra bollicine, piatti di ceramica vietrese e un menu di pesce da osteria salernitana. Alla prima portata, la pesca miracolosa. Il mollusco afrodisiaco spalanca le valve e dentro spunta una perla. Poi un’altra, un’altra ancora: alla fine sono cinque. Cinque perle nel piatto, di cui una più grande delle altre, alla prima portata di una cena come tante.
Lui, lei e una sorpresa preziosa che non ti cambia la vita ma la serata sì.
Chiamiamola «voglia di ostriche», «da tempo non ne mangiavo - racconta - e allora ho avvertito l’osteria: vorrei trovarle, l’ho promesso a Francesca». Primo intoppo, niente ostriche. L’osteria ne è sfornita ma dall’altro capo del telefono c’è il caposala amico, Luigi D’Urso: «Nessun problema, vado a comprarle, stasera le troverete». La pescheria è poche centinaia di metri più avanti, e soprattutto è ancora aperta all’ingresso di piazza Flavio Gioia. Aperta ma poco rifornita di ostriche, perché ne sono rimaste solo tre: due più piccole una più grande, un chilo in tutto. Per due possono bastare, e la cena è pronta per essere servita dopo rapida conferma telefonica.