Colombia, una funivia sopra le favelas: il futuro del trasporto è "sospeso"

Colombia, una funivia sopra le favelas: il futuro del trasporto è "sospeso"
di Sandro Vacchi
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Mercoledì 14 Ottobre 2015, 14:39 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 11:57
Un treno monorotaia che passa sopra le strade? C'è chi se n'è inventata un'altra per risolvere i problemi del traffico nelle città: la cabinovia, proprio come quella che trasporta gli sciatori sulle piste innevate.



Ovvio che chi l'ha fatto non potesse che essere altoatesino: l'azienda si chiama Leitner, è di Vipiteno, ha nove stabilimenti in tutto il mondo con tremila dipendenti e un fatturato che supera i settecento milioni di euro. Una sua cabinovia è stata appena inaugurata a Cali, in Colombia, dove da una stazione degli autobus arriva su fino alla favela di Siloè, 120 mila abitanti abbarbicati nella zona più degradata della terza città colombiana, superando un dislivello di duecento metri lungo più di due chilometri.



Tremila persone ogni ora possono oggi percorrere in nove minuti un tragitto che, su strada, ne richiede quarantacinque. Costo dell'opera, trenta milioni. L'azienda italiana ha realizzato tre impianti simili a Medellin (dove sposta dodici milioni di persone all'anno) e uno a Manizales, ma in Sudamerica è di casa: ha tirato su un'altra cabinovia a Rio de Janeiro, con sette stazioni intermedie sempre tra una favela e il centro, e ne sta costruendo una a Città del Messico, una delle megalopoli più popolose del mondo. Insomma, la sua è una vocazione, logico sviluppo delle cabinovie per sciatori che da decenni installa sulle sue montagne.



Tra Bolzano e il paese di Renon, anni fa ha risolto un problema di traffico niente male, con una cabinovia da venti persone che collega un punto all'altro in otto minuti contro la mezz'ora che ci vorrebbe in automobile.
Di lì è stato un boom: per citare alcune opere, una cabinovia su binari a Perugia, un impianto cittadino a Saragozza, tre in Cina, e uno a Hong Kong che, con i suoi sette chilometri, è il più lungo del mondo. Ne stanno costruendo un altro a Pisa, e uno ancora a Berlino, e hanno realizzato la cabinovia dell'Expo di Hannover che nel 2000 ha spostato quasi nove milioni di persone. A proposito di Expo, il presidente Michael Seeber ce l'ha con quello di Milano:
«Quando ci siamo proposti al sindaco e agli organizzatori non ci hanno nemmeno risposto».



Rimane tuttavia convinto che il futuro delle cabinovie sia nelle città:
«Le montagne sono già sature, anche se un impianto lo stiamo costruendo sul Monte Bianco, per sciatori ed escursionisti. Il grosso dei lavori viene però dai grandi centri urbani, dalla Bolivia e dal Brasile». Quasi una mutazione genetica per un'impresa nata per produrre attrezzature agricole. Cominciò poi a costruire funivie per il trasporto di materiali e, nel 1948, la prima seggiovia delle Alpi, che aveva i piloni in legno.



Oggi fa anche battipista per piste da sci, generatori eolici da tre megawatt con pale da cinquanta metri nel suo stabilimento in India, ed è entrata nei parchi acquatici. Con la spagnola Wavegarden ha infatti costruito in Galles un impianto che, anziché cabine, muove grandi pale che spostano l'acqua, creando onde per i surfisti, e ne sta allestendo un altro a Houston, nel Texas. Sono villaggi sportivi, ma anche ritrovi con ristoranti e discoteche e un grosso giro d'affari.
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