Bunker fatti ad arte: ecco i gioielli dell’architettura tedesca compresa l’ex base Nato di Raketenstation

Bunker fatti ad arte: ecco i gioielli dell’architettura tedesca compresa l’ex base Nato di Raketenstation
di Angela Maria Piga
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Giovedì 2 Luglio 2015, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 13:16
Quando ci si prefigura un viaggio “culturale”, vengono in mente metropoli ricche di musei capienti, con servizi, percorsi e file degni del JFK di New York.

Ma se invece di città percorressimo parchi e anziché nei musei l'arte la trovassimo racchiusa in gioielli dell'architettura, allora forse oltre che culturale il nostro diventerebbe un viaggio per la pace dei sensi e dello spirito. Questo viaggio esiste, e al suo cuore sta Düsseldorf, la capitale tedesca della Nord Vestfalia affacciata su alcune delle più belle insenature del Reno.



Capitale europea dello shopping e hub internazionale per società di pubblicità, moda e media, Düsseldorf è anche il simbolo delle avanguardie artistiche europee, con la sua rinomata Accademia d'arte dove studiò anche Joseph Beuys. Meno nota è la relazione unica fra arte e architettura che circonda la città in tre centri a pochi minuti di treno o di auto da Düsseldorf: Krefeld, Wuppertal e Neuss. A Krefeld, a 20 km a nord ovest da Düsseldorf, fra il 1928 e il 1930 l'architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe costruisce per due fabbricanti di stoffa, in pieno stile Bauhaus, due case private in un vasto giardino: Haus Esters e Haus Lange, che viene donata alla città nel 1968.



Dieci anni dopo la città acquista anche la Haus Esters. Da allora le due ville, di per loro già monumento storico, sono un luogo rinomato di esposizione per mostre di arte contemporanea. IL PARCO A Wuppertal (sede del Tanztheater di Pina Bausch), a 25 km a est da Düsseldorf, immersa in un bosco, si trova invece lo Skulpturenpark Waldfrieden, la fondazione di Tony Cragg, scultore inglese ed ex direttore dell'Accademia d'arte di Düsseldorf. Anche qui arte, architettura e storia convivono nel verde: nel parco sono inserite sculture di Cragg e di altri scultori contemporanei, mentre la sede della fondazione – visitabile con prenotazione e disponibile per eventi – è la villa antroposofica progettata negli anni '40 dall'artista e architetto Franz Krause. Ma è a Neuss, a soli 10 km da Düsseldorf, che si scopre un luogo arcano quanto la storia di colui che l'ha creato: il mecenate Karl-Heinrich Müller (1936-2007). Questi, nel 1982, rinnova un parco ottocentesco presso il fiume Erft, e commissiona allo scultore tedesco Erwin Heerich (1922-2004) 11 padiglioni per accogliere la sua imponente collezione di archeologia e arte moderna (da Hans Arp a Kurt Schwitters, Jean Fautrier fino a Yves Klein). Oggi il parco è il Museum Insel Hombroich, un'isola incantata che accoglie numerosi visitatori che vi passano intere giornate, a passeggio in libertà fra opere d'arte, silenzio e natura.



ASSETTO MILITARE

Nel 1994, il mecenate aggiunge, comprandola, un'ex base missilistica Nato adiacente, nascosta in un giardino la cui atmosfera oggi è onirica e tarkovskiana. E' Raketenstation, un luogo da visitare, ma dov'è anche possibile dormire, nel “Kloster” realizzato da Heerich nel 2001. Mantenendo l'assetto militare originario – bunker e torre di controllo - Müller, oltre che a Heerich (che vi concepisce anche lo stupendo padiglione Fontana, con un rilievo dell'artista italiano), chiede questa volta anche ad architetti di realizzare edifici in sintonia con il luogo, dedicato alla ricerca in architettura, arte, letteratura e filosofia. Fra questi: l'austriaco Raimund Abraham, Tadao Ando e Álvaro Siza che, con Rudolf Finsterwalder, concepisce il Padiglione Siza ispirandosi alle case di Ludwig Mies van der Rohe della vicina Krefeld.



GLI ANNI ’60

Per il neo direttore, l'architetto Frank Boehm, già a Milano per 15 anni come curatore per la Deutsche Bank Collection Italy e come direttore artistico del MiArt nel 2012, «l'architettura come luogo per l'arte contemporanea è una caratteristica storica di questa zona. Già negli anni '60 nelle due ville di Krefeld si esponeva arte contemporanea; epocali furono le mostre curate da Paul Wember, come quella di Yves Klein, o di Burri. Ciò collega Krefeld con Hombroich, ma qui è diverso: Müller creò un ambiente per l'arte, ma invece di chiamare un architetto, chiese a un artista, Erwin Heerich, di creare sculture con scala architettonica, per esporre la collezione. Questo è unico almondo».



L’OSPITALITÀ

Non traggano in inganno i nomi di fama internazionale degli architetti scelti per Raketenstation: «Lo scopo non era chiamare archistar.
Müller si rivolse a questi architetti scegliendoli solo per la qualità del loro lavoro, come un collezionista quando sceglie l'opera che ama. Trattava l'architettura come arte: sognando un progetto che ancora non aveva». L'anima che ancora oggi caratterizza questo luogo senza simili al mondo spiega Boehm «è l'ospitalità». Ospitalità anziché comunicazione: forse è ora di ricominciare da qui.
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