Arriva Pavlok, il braccialetto che punisce chi non rispetta gli impegni

Arriva Pavlok, il braccialetto che punisce chi non rispetta gli impegni
di Riccardo De Palo
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Giovedì 2 Ottobre 2014, 18:44 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 15:11
Dai cani di Pavlov al braccialetto elettronico che ci “punisce” se non rispettiamo i nostri doveri il passo breve. Oltre un secolo dopo il celebre esperimento in cui l’animale riusciva ad associare al suono di un campanello l’arrivo di una scodella piena di cibo, arriva un gadget che cambia le regole del gioco. Almeno, nel campo dei riflessi condizionati. Scoperta che valse allo scienziato russo il premio Nobel per la Medicina del 1904. E che ha cambiato il modo di pensare alla comunicazione di massa.

Il braccialetto in questione ha un nome programmatico: Pavlok. Ed è l’equivalente, come impatto etico-polemico, del vecchio Tamagotchi. Ricordate l’orrida bestiolina elettronica che moriva se ci si dimenticava di darle da magiare? Bene, la nuova diavoleria tecnologica promette molto di più. Se trascuriamo i nostri obiettivi - che siano la ginnastica quotidiana o i compiti per casa - il braccialetto si attiva e ci propina, nientemeno, un elettroshock. Nulla di letale o esageratamente doloroso, è chiaro. Ma abbastanza da ricordarci che stiamo mancando a un dovere inderogabile. E al prossimo errore, il mefistofelico Pavlok ce lo ricorderà di nuovo. Finché non smetteremo, magari, di fumare o di passare troppo tempo su Facebook.



GRANDE FRATELLO

Una soluzione troppo invasiva, degna di un Grande Fratello che tutto giudica e conforma in base a un presunto “bene” generale? Lo stesso Pavlov, per essere uno scienziato russo pre-rivoluzione, veniva tollerato dal regime comunista. Ma si lamentava che le sue ricerche venissero sfruttate a scopi di propaganda, tanto che a un certo punto rifiutò l’ammissione all’Accademia delle Scienze. Diceva che tutti noi siamo costretti a vivere sotto il dominio di un «severo principio», vale a dire lo Stato; che la persona era «ridotta a niente». Non stupisce che scrittori come Huxley e Pynchon si siano ispirati, in seguito, a lui.

I creatori di Pavlok, che hanno lanciato il loro gadget sulla piattaforma online di Indiegogo, pensano a un prezzo limitato a 99 dollari; e cercano finanziatori per poter lanciare la produzione su larga scala, e rendere disponibile il loro diabolico braccialetto entro marzo. Non senza una app apposita che possa essere programmata a piacimento, e che impartisca ordini via Bluetooth alla sua protesi elettrificata. Pavlok, nella mente del suo ideatore, l’hacker, scrittore e blogger americano Maneesh Sethi, può essere usato per molti scopi: ricordarci di uscire per una passeggiata; assicurarsi che ogni ora ci alziamo dal tavolo del pc per un po’ di stretching; impedirci di mettere piede in un fast food; ricordarci di prendere le medicine, grazie a un porta-pillole “smart”; darci una scossa ogni volta che mandiamo un messaggino alla ex fidanzata...

Lo stesso Sethi aveva avuto il suo quarto d’ora di celebrità sul web qualche anno fa, quando pagò qualcuno per essere schiaffeggiato ogni volta che usava Facebook. A un certo punto disse al suo amico hacker Dan Kaminski: «Non sarebbe bello costruire un collare per cani che mi dia un elettroshock ogni volta che vado sul social network?» Il prototipo funzionò talmente bene che l’inventore cercò di sviluppare un vero gadget a disposizione di chiunque. Si mise in contatto con Jim Lynch, ingegnere elettronico, e insieme a lui fondò ilBoston’s Belt hardware incubator. Una sorta di start-up per invenzioni strampalate che ha avuto successo e che ora comincia ad assumere personale.

Ma come funziona, nel concreto, Pavlok? Il sensore può essere utilizzato sia come braccialetto che appiccicato alla pelle, grazie a un adesivo. Ci sono diversi gradi di risposta, a seconda delle necessità dell’utente. Poniamo che lo si usi per fare esercizio regolarmente. Il gadget può suonare dapprima un allarme “soft” con rumore e vibrazione e attivarsi con uno shock elettrico se l’accelerometro non rileva movimento. Oppure, se il braccialetto non rileva (tramite gps) di trovarsi all’interno del perimetro della palestra, può postare su Facebook - in maniera assolutamente autonoma - dei messaggi irriverenti nei riguardi dell’utente, rendendo pubblica la sua pigrizia. Oppure, potrebbe costringerlo a pagare una penale. Se anche questo risultasse inefficace, c’è sempre l’opzione “hard” della scarica elettrica. «La gente - sostiene Sethi - pensa che non siamo come gli animali. Che abbiamo potere di decidere le nostra azioni. In realtà, per il 40% del tempo agiamo in maniera completamente automatica».
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