Garibaldi, ecco la nave dei Mille riscoperta in fondo al mare tra sub e 3D

Team di archeologi subacquei e studiosi indaga il piroscafo usato per la spedizione dell’eroe e naufragato al largo delle Tremiti

foto NUCLEO CARABINIERI SUBACQUEO
di Laura Larcan
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Domenica 19 Novembre 2023, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 18:49

L’ultima impresa la sta scrivendo dal fondo del mare, a diciassette metri di profondità al largo dell’isola di San Domino, nell’area marina protetta delle Tremiti. L’acqua cristallina è al servizio della sua autorevolezza. L’équipe di specialisti subacquei ha appena completato l’ultimo rilievo con tecnologia ad altissima risoluzione per ottenere una fedele mappatura dell’antico relitto sommerso del Lombardo. Una storia navale che ora si ricostruisce immersione dopo immersione. In quel grande blu adriatico giace da 160 anni il piroscafo che Giuseppe Garibaldi usò per la spedizione dei Mille, e che fece sbarcare le truppe delle Camicie Rosse a Marsala l’11 maggio del 1860. Nell’ultima settimana le riprese subacquee sul cimitero di quel gigante della marina stanno regalando emozioni sui monitor del campo base della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo diretta da Barbara Davidde.

 

IL SOGNO DI GARIBALDI

Pensare che proprio l’eroe dell’Unità d’Italia sognava per il piroscafo Lombardo una vita di gloria, riparato dopo le traversate e le battaglie, e conservato in memoria degli avvenimenti legati alla guerra d’Indipendenza del 1860.

Il destino fu un altro. Il naufragio nel 1864, dopo giornate di agonia. Salpato il 3 marzo da Ancona con truppe da destinare a Manfredonia e detenuti da sbarcare nelle carceri delle Tremiti, alle due circa del mattino del 13 marzo, a causa della nebbia urtò contro una secca presso la Cala degli Inglesi sul lato settentrionale dell’isola di San Domino. L’urto avrebbe causato una falla e l’avaria del timone. I tentativi di recuperare il piroscafo impigliato perdurarono per alcuni giorni sino a quando, il 19 marzo, per via della forza delle onde, la chiglia si spezzò facendolo naufragare. La sua riscoperta e la valorizzazione, in fondo, sono un modo per realizzare il sogno di Garibaldi. Quasi una missione per lo staff al completo che vede in acqua schierati gli archeologi della Soprintendenza al patrimonio subacqueo in sinergia con i colleghi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta Andria Trani e Foggia. Strategico, per le immersioni, il supporto con il Nucleo Carabinieri Subacquei di Pescara e delle Isole Tremiti che negli ultimi giorni ha messo a disposizione le motovedette, oltre ai sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto. La rivincita del Lombardo è ad un passo dall’avverarsi.

LA STORIA DEL VELIERO

Era stato intercettato solo qualche anno fa, nel 2005, ma mai studiato e indagato nella sua complessità. Eppure i libri di storia li aveva già scritti. Varato nel 1841 con i suoi due alberi, i quasi cinquanta metri di lunghezza, una propulsione che gli garantiva una velocità massima di 13 nodi, e un raffinato arredo delle sale con pitture ispirate al tema dei “Promessi Sposi” di Manzoni, venne requisito il 5 maggio del 1860 nel porto di Genova su ordine di Garibaldi, e il giorno dopo, con la guida di Nino Bixio, imbarcò il contingente dei Mille a Quarto. La nave giunse a Marsala l’11 maggio. E dal marzo del 1861, prese la bandiera della Marina Militare del Regno d’Italia.

IL TURISMO

La riscoperta, ora, passa per un’impresa (è proprio il caso di dirlo) di valorizzazione e innovativa fruizione rivolta al grande pubblico, anche grazie alla tecnologia, nell’ambito del più vasto progetto “Amphitrite” di cui la Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo è titolare con fondi speciali. «Qui, nell’area marina protetta delle isole Tremiti abbiamo implementato la sperimentazione di un modello integrato di monitoraggio, di conservazione e di valorizzazione mediante le nuove tecnologie, del sito sommerso», racconta Barbara Davidde. Tutto è stato studiato per fruitori subacquei e non.

IL MODELLO 3D

Pinne, muta e bombole, ma non solo, a partire dall’inizio del 2024. I rilievi fotogrammetrici effettuati sul Lombardo consentiranno ora di realizzare un modello 3D che sarà visibile grazie ad un’app posta all’interno di un smartphone scafandrato. «Stiamo creando - annuncia Barbara Davidde - itinerari tematici con contenuti audiovisivi e dispositivi per la realtà aumentata fruibili sia nelle strutture “a terra”, presso punti di accoglienza, sia direttamente in acqua per coloro che vogliono acquisire familiarità con la subacquea, tramite l’utilizzo di tablet geolocalizzati che utilizzano la tecnologia della Realtà Aumentata. Il risultato dell’immersione diviene un’esperienza coinvolgente dai forti connotati esperienziali».

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