La pagina Facebook del comune francese di Bitche è stata oscurata ed è riapparsa online solo recentemente, dopo le scuse di Facebook. Cosa è successo? Il popolare social network (o il suo algoritmo censore?) ha interpretato l'account come se fosse una pagina offensiva (colpa di una traduzione grossolana e sbagliata: in inglese "bitch" vuol dire "cagna" ed è utilizzato come offesa verso le donne). E invece, Bitche è una città storica di 5mila abitanti nel nord-est della Francia.
La sospensione della pagina scattata, senza alcun preavviso, il 19 marzo ed è durata quasi un mese. Martedì 13 aprile, la pagina Ville de Bitche è stata ripristinata.
Per capire quanto sia ormai diffusa la comunicazione degli enti amministrativi con i propri cittadini, il Comune ha immediatamente aperto un nuovo account: Mairie 57230, il codice postale della città, proprio per mantenere i suoi residenti aggiornati. Riaprire una pagina con la parola "Bitche" era impossibile, dicono quelli del Comune. Assurdo? No, è un incoveniente non così raro.
«Abbiamo fatto appello e abbiamo cercato di contattare Facebook in diversi modi, tra cui moduli di contatto e messaggi privati sulla pagina di Facebook Francia», scrivono nel comunicato stampa quelli del Comune di Bitche.
Nel comunicato il sindaco conclude scrivendo così: «Io e i miei concittadini vorremmo umilmente invitare Monsieur Mark Zuckerberg e Monsieur il presidente generale di Facebook Francia nella nostra bella città fortificata, che si è distinta più volte nella storia. "Insieme, possiamo onorare la memoria dei compatrioti e dei nostri amici americani che sotto la bandiera della 100 divisione di fanteria sono venuti dal Sud Carolina per liberare la nostra città: liberatori che si chiamavano, con orgoglio, i 'figli di Bitche'».
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