Vicenza, prof va in penisone e pubblica i bigliettini "sequestrati" agli studenti: «Così si copiava prima del telefonino»

Immediato l'effetto amarcord con decine di commenti degli ex-alunni

Prof va in penisone e publica 40 anni di bigliettini "requisiti" agli studenti: «Così si copiava prima del telefonino»
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 21:53

Bigliettini di ogni forma e dimensione per copiare al compito in classe, palline di scotch, dadi e addirittura carte "disegnate a mano" per passatempo durante le lezioni più noiose.  Carla Rosati, professoressa di Vicenza, ha conservato bigliettini e oggetti "sequestrati" agli alunni in 39 anni di insegnamento che raccontano una scuola d'altri tempi. Appena andata in pensione li ha ritrovati svuotando un vecchio scatolone: «Mi sono commossa» racconta. Ha pubblicato lo scatto su Facebook suscitando un effetto amarcord di tanti ex alunni.

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«La scuola prima dei cellulari» 

Era un mondo analogico, quello della scuola degli anni Novanta e 2000.

Oggi basta un telefonino nascosto per farla franca al compito in classe, ma una volta "copiare era un'arte" e agli alunni non mancava certo la fantasia. E allora via di appunti scritti in miniatura come monaci amanuensi, arrotolati nelle penne, ai margini del vocabolario di latino, nei calzini o addirittura nell'elastico delle mutande. Soluzioni così creative che stupivano persino gli insegnanti. «Trovarli era diventata una sfida» racconta la professoressa. «Almeno in tutto quel copiare e riassumere, qualcosa gli rimaneva. Ora basta Google, non è la stessa cosa». 

E lo stesso vale per i passatempi: in assenza di whattsapp e social, era la creatività a salvare i ragazzi dalle ore di lezione più noiose. Nello scatolone di Carla Rosati è finito davvero di tutto: dalle palline di carta ai dadi incollati con lo scotch così come carte "disegnate a mano" e plastificate. E persino qualche lettera o poesia dedicata alla prof. Oggetti che raccontano una generazione, un mondo scomparso. E che per tanti ex alunni significano anni spensierati, segnati da tante emozioni ma anche dalla paura del brutto voto. 

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«Oggi tutto è cambiato» 

«Oggi tutto è cambiato, anche le reazioni dei ragazzi quando vengono scoperti» ha detto la prof intervistata dal Corriere «Prima si vergognavano, si giustificavano, in un paio di occasioni credo che qualche studentessa si sia perfino messa a piangere. Temevano la nota sul libretto perché avrebbe significato che i genitori li avrebbero messi in castigo». Negli ultimi anni prima della pensione qualcosa era cambiato: «Nessuna reazione, il mondo è dei furbi e difficilmente i ragazzi vengono chiamati a rispondere delle loro mancanze. Ho trovato anche genitori che li giustificavano». 

Se da un lato è scattato l'amarcord e l'effetto nostalgia di tanti ex alunni che ricordano gli anni della loro adolescenza, dall'altro non bisogna condannare i ragazzi di oggi. «Ma è giusto che ci siano insegnanti più giovani, in grado di capirli ed entrare in sintonia con loro». 

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