Il riscaldamento globale potrebbe avere favorito l'emergere del coronavirus SarsCoV2, rendendo il sud della Cina, e in particolare la provincia dello Yunnan, l'habitat ideale per i pipistrelli. Lo indica la ricerca dell'università di Cambridge, pubblicata sulla rivista Science of the total environment, che per la prima volta stabilisce un collegamento fra le condizioni climatiche delle foreste nel Sud della Cina e la comparsa di nuovi coronavirus veicolati dai pipistrelli. I ricercatori hanno studiato i cambiamenti su larga scala avvenuti sulla vegetazione nella provincia meridionale cinese dello Yunnan, nel Myanmar e Laos, creando una mappa della vegetazione globale com'era 100 anni fa, attraverso i registri di temperature, piogge e copertura nebulosa.
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La vegetazione
Poi hanno studiato il tipo di vegetazione scelta dalle varie specie di pipistrelli all'inizio degli anni '90 e hanno confrontato la loro distribuzione attuale nell'arco dell'ultimo secolo.
Climate change may have driven the emergence of SARS-CoV-2 https://t.co/3o6n6DZgFv via @Cambridge_Uni @EurekAlert
— Susan Kelley (@skelley50) February 5, 2021
Habitat modificato
Poiché il clima ha modificato gli habitat, le specie hanno lasciato delle aree spostandosi in altre, portandosi i virus con sé. «Ciò ha così cambiato le regioni dove erano presenti i virus, e permesso nuove interazioni tra gli animali e i patogeni, rendendoli più dannosi nel trasmettersi o evolversi», continua Beyer. Nel mondo ci sono circa 3000 diversi tipi di coronavirus veicolati dai pipistrelli, e ogni specie di questi mammiferi ne ospita in media 2,7, senza quasi mai mostrare sintomi. Con l'aumento del numero di specie di pipistrelli in una regione, aumenta anche la probabilità, comunque bassa, che un coronavirus dannoso possa fare il salto di specie dai pipistrelli all'uomo. Il cambiamento climatico ha inoltre aumentato il numero di specie di pipistrelli in Africa Centrale, Centro e Sud America. «Servono limiti all'espansione delle aree urbane e agricole - dicono i ricercatori - e bisogna cercare spazi negli habitat naturali per ridurre il contatto tra umani e animali che veicolano malattie».
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