A illustrare l'intervento è l'ortopedico che ha seguito la bambina, Marco Manfrini, che coordina il Centro di riferimento specialistico terapie chirurgiche innovative nei sarcomi muscolo-scheletrici dell'età evolutiva della Clinica Ortopedica III a indirizzo oncologico, diretta da Davide Maria Donati. «Zoe - dice Manfrini - aveva una forma rara di tumore alle ossa, sviluppatasi nel femore. Con l'intervento dovevamo prima eliminare la parte di femore attaccata dal cancro e poi sostituirla. Ma dovevamo capire come, visto che nella letteratura scientifica non ci sono ad oggi casi di impianto di protesi d'anca in pazienti così piccoli, non ancora in grado di camminare».
Così è partito un lavoro di squadra che ha visto in prima linea, insieme a Manfrini, altri ricercatori dell'Istituto bolognese.
Realizzata 'su misurà grazie a modello virtuale - Per prima cosa il Laboratorio di Tecnologia medica diretto da Aldo Toni ha condotto lo studio di fattibilità sull'impianto ricostruttivo, coordinato dall'ingegner Fulvia Taddei, in collaborazione con la Banca delle cellule e del tessuto muscolo scheletrico diretta da Pier Maria Fornasari. Per «individuare la migliore soluzione per Zoe - racconta Manfrini - abbiamo progettato, sulla base dell'anatomia della paziente, un modello virtuale della sua anca, prevedendo l'inserimento di un innesto osseo, cioè tessuto osseo proveniente da donatore che consente di asportare solo la parte malata, e di una piccola protesi».
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