Bologna, prima protesi all'anca in una bimba di 17 mesi non ancora in grado di camminare

Bologna, prima protesi all'anca in una bimba di 17 mesi non ancora in grado di camminare
2 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Novembre 2014, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 23:38
Protesi all'anca per una bimba di 17 mesi: non era mai accaduto. Eccezionale intervento chirurgico a Bologna. Protagonista la piccola Zoe, che oggi ha due anni e mezzo e cammina come tutti i bambini della sua età. Ma ha imparato a farlo con una protesi all'anca che le è stata impiantata all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna all'età di diciassette mesi. Il suo, afferma la Asl di Bologna in una nota, «è il primo caso nella storia dell'ortopedia internazionale di intervento di questo tipo su un paziente non ancora in grado di camminare».

A illustrare l'intervento è l'ortopedico che ha seguito la bambina, Marco Manfrini, che coordina il Centro di riferimento specialistico terapie chirurgiche innovative nei sarcomi muscolo-scheletrici dell'età evolutiva della Clinica Ortopedica III a indirizzo oncologico, diretta da Davide Maria Donati. «Zoe - dice Manfrini - aveva una forma rara di tumore alle ossa, sviluppatasi nel femore. Con l'intervento dovevamo prima eliminare la parte di femore attaccata dal cancro e poi sostituirla. Ma dovevamo capire come, visto che nella letteratura scientifica non ci sono ad oggi casi di impianto di protesi d'anca in pazienti così piccoli, non ancora in grado di camminare».

Così è partito un lavoro di squadra che ha visto in prima linea, insieme a Manfrini, altri ricercatori dell'Istituto bolognese.
Realizzata 'su misurà grazie a modello virtuale - Per prima cosa il Laboratorio di Tecnologia medica diretto da Aldo Toni ha condotto lo studio di fattibilità sull'impianto ricostruttivo, coordinato dall'ingegner Fulvia Taddei, in collaborazione con la Banca delle cellule e del tessuto muscolo scheletrico diretta da Pier Maria Fornasari. Per «individuare la migliore soluzione per Zoe - racconta Manfrini - abbiamo progettato, sulla base dell'anatomia della paziente, un modello virtuale della sua anca, prevedendo l'inserimento di un innesto osseo, cioè tessuto osseo proveniente da donatore che consente di asportare solo la parte malata, e di una piccola protesi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA