Piu' portati per la matematica, piu' inclini a praticare certi sport: la relazione tra geni e alcune caratteristiche cognitive è ben dimostrata. Ma ora uno studio dell'Università di Ferrara rivela che anche l'ambiente contribuisce a plasmare le abilità cognitive dei vertebrati. Molto più di quanto credessimo.
In uno studio pubblicato su una delle piu' autorevoli riviste di biologia evoluzionistica, Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, le ricercatrici e i ricercatori di Unife hanno analizzato in laboratorio i processi di apprendimento, dimostrando il ruolo fondamentale dell'esperienza e della plasticita' fenotipica, cioe' la capacita' di sviluppare caratteristiche differenti a partire dalla medesima componente genetica.
«Le specie animali, inclusi gli esseri umani, mostrano un'ampia variabilità individuale nella cognizione, che ad oggi è difficile da spiegare.
L'esperimento
Il gruppo di ricerca ha studiato gli schemi di apprendimento in una colonia di Guppy, piccoli pesci d'acqua dolce cresciuti in due diversi ambienti: uno con cibo disponibile sempre nello stesso momento e luogo, l'altro con cibo disponibile in momenti e in luoghi casuali.
«Al termine del trattamento abbiamo misurato le capacita cognitive dei pesci con dei test specifici per l’apprendimento. Per esempio presentando stimoli di diverso colore (a volte anche modificandoli n.d.r.), associati al cibo, per poi registrare il tempo per loro necessario a individuare il colore corretto - racconta la dottoressa Giulia Montalbano di Unife, coautrice dello studio - I risultati hanno indicato che i pesci allevati nell’ambiente "prevedibile" (senza troppi cambi improvvisi n.d.r.) hanno sviluppato maggiori capacità di apprendimento, imparando rapidamente a selezionare il colore. Gli altri, invece, hanno sviluppato una maggiore flessibilita cognitiva, inibendo rapidamente la scelta del ’vecchiò colore corretto in favore di un ’nuovò colore associato al cibo».