La ricerca, effettuata su un campione di oltre 400 piccoli pazienti di Milano e Catania, ha indagato le loro abitudini alimentari e scoperto gli errori più comuni.
«Grazie a questo studio – spiega Zuccotti –, sarà possibile far luce sulle principali ragioni degli squilibri nutrizionali nella dieta dei più piccoli. Auspichiamo che il Ministero rivolga un invito alle Società scientifiche pediatriche affinché possano elaborare linee guida nutrizionali per supportare le famiglie nella corretta alimentazione dei loro bambini nei primi tre anni di vita».
Soprattutto dopo i 12 mesi, rivela lo studio, si cade spesso nell'errore di considerare il bambino un piccolo adulto, abbandonando l'alimentazione specifica per l'infanzia e uniformandola a quella della famiglia.
Queste cattive abitudini contribuiscono a generare il sovrappeso e l'obesità che in Italia interessano circa 1/3 dei bambini. Fino a 12 mesi, il 50% dei piccoli assume il doppio delle proteine rispetto al fabbisogno raccomandato e, superata la soglia dell'anno di vita, il livello balza a quasi 3 volte rispetto al reale fabbisogno. Le mamme eccedono anche con la quantità di sodio (l'abitudine di salare le pappe inizia già prima dell'anno) e con gli zuccheri (dai 12 mesi in poi si tende ad essere più permissivi abusando di zuccheri semplici).
Al contrario, dallo svezzamento in poi, esiste un consistente deficit di ferro, essenziale per regolare la crescita del bambino e supportare il suo sviluppo neurologico e le sue performance intellettive
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