Ulcera, attenzione ai sintomi ingannevoli: ecco come riconoscerli e come combattere questa malattia infida

Tra le cause più frequenti c'è l'Helicobacter Pylori e un uso improprio di farmaci antidolorofici e antinfiammatori

Ulcera, attenzione ai sintomi ingannevoli: ecco come riconoscerli e come combattere questa malattia infida
di Maria Rita Montebelli
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 06:45

Una malattia infida l’ulcera perché può dare una grande varietà di segni e sintomi e a volte nessun campanello d’allarme prima di una brutta complicanza, come un sanguinamento o la perforazione.

Ma spesso gli “avvertimenti” ci sono e dunque bisogna saperli cogliere per riferirli al medico. Può trattarsi di un bruciore di stomaco intenso e doloroso o un fastidio localizzato nella parte superiore dell’addome, tra la punta dello sterno e l’ombelico. Altre volte è un senso di sazietà precoce quando si mangia, un sentirsi troppo “pieni” anche dopo aver mangiato oggettivamente poco, che porta a perdere appetito e peso, accompagnandosi a nausea o vomito. Pancia gonfia ed eruttazioni possono completare il quadro. Nell’ulcera duodenale, il dolore può attenuarsi temporaneamente mangiando alcuni alimenti che tamponano l’acidità gastrica o assumendo un farmaco anti-acido. Ma è un sollievo solo temporaneo perché poi, in assenza di una terapia “vera” e non solo sintomatica, il dolore ricompare e si accentua quando si è a digiuno da qualche ora o durante le ore notturne.
Ma in alcuni l’ulcera esordisce a ciel sereno e in modo drammatico con vomito misto a sangue (che appare rosso vivo oppure nero se è parzialmente “digerito”) e con le feci “picee” (nero scuro) in caso di una perdita di sangue attraverso l’intestino. Si parla di ematemesi nel primo caso e di melena nel secondo. Entrambi rappresentano un’emergenza che richiede l’immediato trasporto in pronto soccorso per arrestare l’emorragia che, quando massiva, può far svenire il paziente per un improvviso calo pressorio, accompagnato da respiro e battito cardiaco accelerati. La peptica è una lesione, più o meno ampia e profonda, del rivestimento interno dello stomaco o del duodeno (la prima parte dell’intestino tenue).
Sebbene un tempo si riteneva provocata dallo stress o dai cibi piccanti, oggi è appurato che le cause più frequenti dell’ulcera sono un batterio (l’Helicobacter pylori) e un uso improprio, continuativo e senza protezione gastrica, di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) anche da banco, come l’ibuprofene, il naprossene, il ketoprofene o l’aspirina assunti ad esempio per lenire dolori artrosici, mal di testa o altro.

Altri farmaci a rischio ulcera sono i cortisonici. L’Helicobacter pylori è un batterio che vive nello strato mucoso che riveste la parte interna dello stomaco e dell’intestino. È un’infezione molto diffusa tra la popolazione generale, che si contrae in genere nell’infanzia. L’infezione si trasmette da una persona all’altra o attraverso acqua o cibo contaminati. Spesso questo batterio non provoca problemi, ma a volte può dare un’infiammazione del rivestimento interno dello stomaco e provocare la formazione di un’ulcera.

LE COMPLICANZE

Fin qui le cause. Ma altri importanti fattori di rischio per la comparsa di un’ulcera sono il fumo di sigaretta e l’abuso di alcol che può irritare ed erodere il rivestimento mucoso dello stomaco, oltre ad aumentare la produzione di succhi gastrici acidi. Lo stress e i cibi piccanti di per sé non sono in grado di provocare un’ulcera, ma di certo, in presenza di una brutta gastrite o di un’ulcera in fase iniziale sono benzina sul fuoco, è bene evitarli. Questi quattro fattori di rischio possono aggravare la situazione e rendere difficile la guarigione. E le complicanze di un’ulcera trascurata possono essere pesanti. Oltre al sanguinamento che può manifestarsi come emorragia improvvisa e massiva (ematemesi e melena), si può avere uno stillicidio ematico perdurante nel tempo che porta ad anemia e a carenza di ferro. Nei casi più gravi l’ulcera può erodere da parte a parte la parete dello stomaco o del duodeno (ulcera perforata) ed aprirsi nella cavità addominale, esponendo a una grave peritonite. Infine, le persone con infezione da Helicobacter pylori da lunga data e non trattata sono ad aumentato rischio di sviluppare un cancro allo stomaco. Da quanto detto è evidente che il modo migliore per prevenire un’ulcera è di fare attenzione agli anti-dolorifici e agli altri farmaci nemici dello stomaco; bisogna cercare di assumerli per il tempo più breve possibile, al dosaggio inferiore efficace, possibilmente a stomaco pieno e magari con un gastroprotettore, come un inibitore di pompa protonica (PPI). Naturalmente è bene astenersi dall’alcol, in generale sempre, ma in particolare quando si assumono questi farmaci perché l’accoppiata tra i due moltiplica il rischio di ulcera. Per la prevenzione dell’infezione da Helicobacter Pylori, aiuta praticare una scrupolosa igiene delle mani e mangiare cibi completamente cotti. Un’ulcera che compaia dopo i 60 anni merita sempre una gastroscopia, per escluderne la natura tumorale, sotto i 60 anni, le linee guida prevedono il breath test per Helicobacter pylori o il test antigenico sulle feci o la sua ricerca nella biopsia durante gastroduodenoscopia.

LA DIETA

Il trattamento dell’ulcera dipende dalle sue cause e dalla presentazione. In caso di ulcere causate da FANS, questi andranno immediatamente sospesi e le sindromi dolorose controllate con farmaci amici dello stomaco, come il paracetamolo. Le ulcere da Helicobacter pylori si curano invece con gli antibiotici (terapie eradicanti) e con farmaci che riducano l’acidità gastrica (come gli inibitori di pompa protonica o PPI).
In tutti i casi è fondamentale seguire uno stile di vita e un’alimentazione adeguata, da proseguire anche dopo la guarigione. La dieta deve essere ricca di frutta e verdura, cioè di fibre soprattutto solubili (avena, legumi, orzo, frutta a guscio, semi di lino, arance, carote e mele) che riducono il rischio di recidive. Anche la vitamina A sembra avere un effetto protettivo: aumenta la produzione di muco. Si trova in tanti alimenti, quali carote, broccoli, patate dolci, fegato, crescione, spinaci e cavolo riccio. Ricerche cinesi suggeriscono un effetto protettivo del tè verde (altre includono anche tè bianco, nero, oolong, purché lasciati in infusione oltre 5 minuti) e di alimenti ricchi di flavonoidi (aglio, cipolle, frutta e vegetali colorati, come carote, fragole, mirtilli, broccoli, ribes). Salutari anche i cibi contenenti probiotici, come yogurt e cibi fermentati (miso, kefir, crauti).

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