Dalla Puglia parte il treno-ospedale: diagnosi e cure ad alta velocità

Dalla Puglia parte il treno-ospedale: diagnosi e cure ad alta velocità
di Francesco G. Gioffredi
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 01:40

Convertire, innovare, cogliere le opportunità. Gettando un ponte verso il futuro, nemmeno troppo lontano. E rafforzando la capacità di risposta sanitaria “sistemica”, magari salvando vite grazie alla triangolazione con un satellite. La pandemia lascia lungo il proprio cammino le prime lezioni. In Italia c’è chi sa come farne tesoro, provando a metterle a valore comune: nella prima metà del nuovo anno partiranno le attività di test di Icu train, l’innovativo treno-ospedale equipaggiato con ambulatori e unità di terapia intensiva, che impiegherà tecnologie e competenze spaziali, ferroviarie, di cyber security, connesso in tempo reale con qualsiasi specialista. Prime cure e diagnosi ad alta velocità e ad alta tecnologia. Il progetto nasce in Puglia, in provincia di Bari: capofila è la Sitael, azienda dell’aerospazio che ha lavorato di squadra con gli altri marchi “di famiglia” (Mermec, Eikontech, Brightcyde, tutte del gruppo Angel di Vito Pertosa), con Skycomm e in partnership con Trenitalia, Protezione civile e Regione Puglia. Il progetto è stato selezionato tra i 130 che hanno partecipato al bando internazionale “Space in response to Covid-19 outbreak”, promosso e finanziato dall’Agenzia spaziale europea (Esa), col supporto dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e in accordo col governo italiano. L’Esa sosterrà fino al 50% dei costi ammissibili, tetto massimo fissato a 1 milione di euro.

LE MISURE

Icu Train sta per “Intensive care unit train” ed è la risposta, per ora sperimentale e “dimostrativa”, a un quesito basilare e attuale: come rendere più elastica e reattiva la capacità di gestione di un’emergenza sanitaria? Il treno-ospedale offrirà postazioni di terapia intensiva aggiuntive e consentirà il trasferimento di pazienti che necessitano di assistenza in modo rapido, sicuro e «a costi sensibilmente inferiori rispetto agli attuali ponti aerei» spiegano dal gruppo Angel.

Il treno sanitario, grazie alla rete ferroviaria, potrà raggiungere qualsiasi territorio. Icu train sarà costantemente supportato da tecnologia spaziale: i satelliti per le comunicazioni ad alta capacità e per il posizionamento geografico, le funzioni avanzate di telemedicina e telediagnostica in movimento, consentendo così al personale sanitario di bordo di consultare rapidamente specialisti di discipline specifiche in remoto e di condurre valutazioni oggettive sullo stato dei pazienti. Un pacchetto di competenze e tecnologie che appartengono al ventaglio del gruppo Angel e al know-how delle sue aziende, da decenni sulla prima linea dei settori aviazione, spazio, trasporto, mobilità elettrica, internet delle cose, cyber security. In India e in Francia c’è già traccia di esperienze simili, in parte embrionali. Stavolta il salto è forse più ambizioso: la complessa filiera dell’aerospazio al servizio della salute.

LA PROSPETTIVA

Frutto di una “economia bellica”, nato perciò nel pieno della guerra al Covid, il progetto Icu train punta a sviluppare «una capacità nazionale di pronto intervento ospedaliero – dicono dal gruppo Angel – che sarà velocemente riposizionabile sul territorio dell’Unione europea grazie alla capillarità dell’infrastruttura ferroviaria, quindi riutilizzabile per terremoti, alluvioni e qualunque altra emergenza sanitaria». Insomma: per il progetto ci saranno vita, e sviluppi, anche dopo il coronavirus. Al momento siamo alle battute sperimentali. Trenitalia ha messo a disposizione la carrozza in corso di allestimento, come un corpo umano destinato a trasformarsi presto in cyborg. Potenzialmente è una mezza rivoluzione. L’obiettivo, subito dopo i test dei prossimi mesi, è implementare in pianta stabile il salva-vita su rotaie venuto dal futuro.

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