Selfie, occhio al sole. L'allarme della Siso: si rischia la maculopatia

La Siso lancia l'allarme sul rischio di maculopatia solare

Selfie, occhio al sole. L'allarme della Siso: si rischia la maculopatia
di Giovanni Del Giaccio
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Giovedì 15 Giugno 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:49

Una pratica tanto in voga, quanto pericolosa. Scattare dei selfie è ormai la norma ma cercare la giusta inquadratura sfruttando il sole - anche per pochi secondi - in spiaggia o in montagna, può essere utile nella ricerca dei like ma può creare danni permanenti - e non di poco conto - per la vista.

A lanciare l’allarme è la Siso, Società italiana di scienze oftalmologiche. Lo spunto arriva da due casi descritti dal Journal of Medical Case Reports: quelli di un uomo di 30 anni che due giorni prima aveva trascorso tre ore a leggere sul suo tablet durante una gita in montagna, e di una ragazza di 20 anni, che il giorno precedente aveva trascorso due ore a guardare il telefono in spiaggia. «Sono chiari esempi di maculopatia solare - spiega Scipione Rossi, direttore dell’Unità operativa complessa Oftalmologia dell’ospedale San Carlo di Nancy di Roma e segretario tesoriere Siso – Una condizione determinata dall’assorbimento da parte della retina e dell’epitelio pigmentato di una elevata energia radiante che causa inizialmente una sensazione di abbagliamento.

Nei casi più gravi le cellule nervose in pochi giorni possono formare una macchia nera al centro dell’occhio, lo scotoma. La lesione può essere permanente e causare una riduzione della visione centrale irreversibile perché una volta morte, ovviamente, le cellule non si riproducono».

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I CONSIGLI

Qual è la raccomandazione? «È opportuno - continua Rossi - evitare selfie sotto il sole senza specifiche protezioni perché gli occhiali da sole non sono sufficienti a filtrare in modo adeguato le radiazioni luminose. Va anche limitato l’uso prolungato di tablet e smartphone senza indossare occhiali da sole». L’utilizzo improprio dei dispositivi elettronici non è l’unico errore che si tende a fare in estate. In generale l’eccessiva esposizione al sole può comportare rischi per la vista. L’acqua riflette dal 10 al 20% dei raggi ultravioletti ma attenzione anche in montagna, dove gli stessi raggi sono spesso più intensi che in pianura e possono causare gravi alterazioni della superficie oculare.

«I raggi UV possono danneggiare gli occhi proprio come le scottature solari danneggiano la pelle – dichiara Stanislao Rizzo, direttore della clinica oculistica dell’università Cattolica Sacro Cuore di Roma e membro del direttivo Siso - Lesioni oculari del genere indicano un danno da luce della superficie oculare dovuta all’esposizione eccessiva e non protetta ai raggi ultravioletti». Attenzione, infine, perché danni del genere possono essere confusi con altri fattori irritanti per gli occhi come sabbia e vento. I sintomi tipici - che si manifestano di solito dalle 3 alle 12 ore dopo l’esposizione solare - sono invece occhi doloranti e pruriginosi, lacrimosi, arrossati e una vista appannata. «Nella maggior parte dei casi – osserva Rizzo - guariscono dopo due o tre giorni, perché gli strati superficiali della cornea hanno la capacità di rigenerarsi in poco tempo. Ma per determinare l’entità del danno, è necessario farsi visitare da un oculista che potrà prescrivere antinfiammatori, antibiotici per evitare una sovrainfezione e gel contenente vitamina D».

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