Alzheimer, il neurologo Fabrizio Piras: «Ci sono fattori di rischio non modificabili»

Si è capito soprattutto che la demenza non è un processo ineluttabile

Alzheimer, il neurologo Fabrizio Piras: «Ci sono fattori di rischio non modificabili»
di Graziella Melina
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Giovedì 11 Maggio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:53

Che ormai si parli di Alzheimer anche al cinema o in tv non c'è da stupirsi, spiega Fabrizio Piras, responsabile dell'ambulatorio di stimolazione cognitiva della Fondazione Santa Lucia di Roma, ed è un fatto positivo.

«Negli ultimi 10-12 anni – precisa – è aumentata molto l'informazione sulle cause e la gestione della patologia. Si è capito soprattutto che la demenza non è un processo ineluttabile, ma ci sono fattori di rischio modificabili, come gli stili di vita che, anche in un'ottica di prevenzione, possono ritardarne moltissimo l'insorgenza».

Sarà una patologia molto diffusa nei prossimi anni?

«Tutte le previsioni indicano un aumento dei casi, considerato l’aumento dell’età media della popolazione.

L’età è il primo fattore di rischio immodificabile dello sviluppo di demenze, indipendentemente dalla tipologia. Fra queste, l’Alzheimer è la più rappresentativa dal punto di vista statistico».

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Quali i campanelli di allarme?

«La perdita di memoria solitamente è il primo segnale, ma non l’unico. Un altro è perdersi, non riuscire più a raccapezzarsi per esempio sulla strada da percorrere».

E le cure?

«Sappiamo che un nuovo farmaco sperimentale, non ancora approvato, sarebbe in grado di rallentare del 35% il declino cognitivo legato alla malattia e del 40 la capacità di svolgere attività quotidiane; lo studio è stato condotto su quasi 2mila persone con forme precoci di Alzheimer. Esistono poi due anticorpi monoclonali pre-approvati dalla Food and Drug Administration negli Stati Uniti che sembrano rallentare la progressione della malattia. Per l'approvazione definitiva, però, servono nuovi dati. La speranza è che nei prossimi anni queste molecole siano disponibili sul mercato europeo».

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