Un'analisi sui numeri del vaiolo delle scimmie che evidenzia come «in Italia siamo vicini al picco, ma i casi sono sottostimati: probabilmente sono almeno il doppio». E' lo studio, in fase di pubblicazione, firmato da Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell'Università Lumsa, e da Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. «Abbiamo analizzato i dati dei primi 10 Paesi più colpiti dal vaiolo delle scimmie», anticipa all'Adnkronos Salute Maruotti «in alcuni, come la Germania, è stato già raggiunto il picco. Il Brasile è in piena fase espansiva. Negli Usa possiamo prevedere il picco verso fine agosto, lo stesso in Francia. In Italia siamo più o meno nella fase di picco».
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Le analisi
La ricerca ha anche preso in esame la possibilità che in Italia i contagi da Monkeypox virus siano sottostimati.
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I dati ufficiali
Salgono a 545 i casi confermati di vaiolo delle scimmie in Italia, 40 in più rispetto all'ultima rilevazione di 3 giorni fa, secondo il bollettino pubblicato dal ministero della Salute con dati aggiornati a oggi, 5 agosto. I casi collegati a viaggi all'estero sono 159 e l'età mediana dei pazienti è di 38 anni (per un range che va dai 20 ai 71 anni). Nella casistica nazionale risultano ora 5 donne (540 sono uomini). La regione con il più alto numero di casi confermati resta la Lombardia che ne segnala 250, seguita da Lazio (109), Emilia Romagna (62), Veneto (37), Piemonte e Toscana (21). Ferme a 5 le regioni che non hanno ancora segnalato nessun caso di Monkeypox virus (Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d'Aosta). Le restanti, comprese le province autonome di Bolzano e di Trento, contano 10 casi (Friuli Venezia Giulia) o meno.