«Ho avuto un cancro e, dopo aver superato questa prova, ho imparato a non avere paura di nulla» aveva ripetuto più volte l'ex premier Silvio Berlusconi, scomparso stamattina all'età di 86 anni, ripensando alla sua precedente esperienza di malato di tumore alla prostata. Correva l'anno 1997. Era stata problematiche che negli anni avevano minato la salute del Cavaliere: si sarebbero poi aggiunte l'uveite, la cataratta, un problema al menisco, il Covid. L'ultima di questo elenco, risultata fatale per la "roccia" - come lo ha definito di recente il fratello Paolo - è stata la leucemia mielomonocitica cronica.
Questa la patologia contro cui il Cavaliere ha combattuto negli ultimi giorni della su.a vita, mentre era ricoverato all'ospedale San Raffaele di Milano, suo rifugio sanitario prediletto nei momenti critici.
La leucemia mielomonocitica cronica è una patologia caratterizzata dall’aumento anomalo di monociti, ovvero i globuli bianchi più grossi del midollo osseo, l'organo in cui la malattia si sviluppa e progredisce lentamente. In altre parole, un tumore alle cellule del sangue che aggredisce i tessuti spugnosi, provocando la moltiplicazione "impazzita" di queste cellule del sistema immunitario.
Sopravvivenza
La LMC è relativamente rara e in Italia colpisce circa 2 persone (2,4 per gli uomini e 1,8 per le donne) ogni 100.000. Si stimano quindi ogni anno circa 650 nuovi casi tra gli uomini e 500 tra le donne. È una malattia che colpisce soprattutto in età avanzata come dimostra il fatto che meno del 30% dei casi viene diagnosticato prima dei 60 anni.
Diagnosi
Per la diagnosi si ricorre a esami del sangue, test molecolari e analisi dei cromosomi. A Berlusconi leucemia mielomonocitica cronica è stata diagnosticata circa due anni fa, con lieve riacutizzazione tra la fine di marzo e l'inizio del mese di aprile, quando era avvenuto il suo precedente ricovero.
Terapia
Come nella maggior parte dei casi di leucemia mielomonocitica cronica, anche Berlusconi era stato trattato tramite chemioterapia e periodiche iniezioni sottocutanee di azacitidina (un agente antimetabolita). A differenza della leucemia mielomonocitica acuta, il trattamento della forma cronica non prevede una cosiddetta "terapia d'urto", che prevede iniezioni massicce per via endovenosa.
Sintomi
Nonostante il trattamento più "leggero", Berlusconi alla fine si è dovuto arrendere: l'azacitidina non mette il paziente del tutto a riparo dai vari effetti collaterali causati dall'alta concentrazione di globuli rossi nel sangue: Anemia, spossatezza, difficoltà cardio-respiratorie.
Non si conosce ancora l'esatta causa del decesso del leader di Forza Italia. Tuttavia, è chiaro che la sua salute camminava da tempo su un ponte tibetano: il fisico, alla fine, non ha potuto fare a meno di presentare il conto dei tanti interventi già subiti in precedenza. Leucemia a parte, il Cav soffriva anche di una correlata infezione polmonare. Decisamente troppo. Anche per una "roccia" come lui.