Stanchi, demotivati e stressati? Tutto normale: si chiama Pandemic Fatigue, è causata dal protrarsi della pandemia da Covid e - tanto per farvi sentire meno soli - è stata riconosciuta perfino da un documento dell'Oms. Secondo la ricerca “Pandemic fatigue. Reinvigorating the public to prevent Covid-19”, pubblicata a inizio ottore dall'Organizzazione Mondiale della Sanità-Europa (Who-Europe), gli Stati membri dell'Unione Europea stanno riportando un tasso crescente di "stanchezza da Covid" tra la loro popolazione.
Covid, su 100 posti di lavoro persi il 55% è di una donna: la pandemia travolge il lavoro femminile
L'allerta dell'Oms
Una reazione "naturale" se si pensa che, ormai da più di sei mesi, la vita che consideravamo "normale" viene quotidianamente ridimensionata e limitata a causa della pandemia.
«I messaggi diffusi nella prima fase riguardo al lavarsi le mani, il distanziamento e le mascherine - scrive l'Oms - sembrano avere un impatto minore in questa fase: così molti Stati hanno percepito l'esigenza di adottare un nuovo approccio nelle raccomandazioni». Non solo: molta gente tende ormai a rifuggire dalle informazioni sullo sviluppo della pandemia da Covid, il che porta a una percezione minore dei rischi che si corrono quotidianamente e a sottovalutare le precauzioni da adottare.
Cosa fare per combattere la Pandemic fatigue
La buona notizia però è che combattere la stanchezza da Covid si può: per quanto riguarda gli Stati, l'Oms raccomanda di privilegiare una comunicazione basata sulla qualità più che sulla quantità e magari differenziata in base alla fetta di popolazione che si vuole raggiungere (vedi alla voce Giuseppe Conte che coinvolge Ferragni e Fedez nell'appello per le mascherine). «Bisogna dimostrare - spiega l'Oms - che adottare i comportamenti raccomandati non significa arrendersi all'autorità o alla disperazione, ma essere parte di qualcosa di positivo per rilanciare la speranza».
Per quanto riguarda la nostra quotidianità, invece, è importante non perdere - malgrado tutto - le redini della propria vita e della propria giornata. Secondo l’Australian Psychological Society è importante innanzitutto accettarsi: sì, siamo più stanchi, demotivati e irritabili ma purtroppo è una sensazione normale con la quale bisogna imparare a convivere il più serenamente possibile. In caso di smart working, è bene anche crearsi una nuova routine con nuovi orari prestabiliti da seguire per non sentirsi allo sbando. «È fondamentale - spiega la psicologa Giovanna Molotzu - adottare una dieta e una routine adeguata con ritmi sonno-veglia regolari, allenamento, lettura e magari un po' di meditazione». Anche i contatti con gli amici possono aiutarci, ovviamente in sicurezza e con tutte le precauzioni del caso, magari sfruttando la tecnologia. Infine, non perdiamo di vista ciò che ci fa stare bene: «Inpegniamo il tempo in attività arricchenti - spiega la psicoterapeuta - leggiamo i libri che non abbiamo mai letto e rivediamo i nostri film preferiti». Insomma, vogliamoci bene malgrado l'incertezza che ci circonda.