Le tre maggioranze di Renzi

di Marco Conti
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Venerdì 30 Gennaio 2015, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 12:41
"Si va avanti sulle riforme anche senza Silvio", è il ritornello che in queste ore parte dai banchi del governo. Forza Italia, il giorno dopo l'indicazione di Sergio Mattarella come possibile

successore di Giorgio Napolitano da parte di Matteo Renzi, non ha ancora smaltito l'irritazione.



I falchi del partito azzurro hanno ripreso vigore e Berlusconi è tornato ad Arcore per decidere cosa fare alla quarta votazione cercando consigli dai collaboratori di un tempo. L'idea di disertare il voto al quarto scrutinio non rispondendo alla chiama, lanciata dal capogruppo azzurro della Camera Renato Brunetta, non convince i grandi elettori di FI e soprattutto stride con la telefonata fatta ieri a Mattarella da Berlusconi che prometteva scheda bianca anche al quarto scrutinio.



Soprattutto rischia di incrinare l'asse con i centristi di Alfano che compongono la maggioranza di governo e che non possono permettersi una posizione al limite dello sgarbo istituzionale. Brunetta evoca anche il rischio di voto a primavera. Un modo per spaventare la sinistra del Pd e Sel che condividono con Renzi la scelta Mattarella, ma che conferma come il timore di elezioni anticipate alberghi anche dentro FI.



Renzi, forte di tre maggioranze, una per le riforme con FI, una con Alfano per il governo è una con la sinistra e Sel per il Quirinale, alle elezioni anticipate non pensa proprio. Anche perché forse, come farebbero pensare i dati che segnalano un aumento degli occupati, è possibile che il nostro Paese agganci un minimo di ripresa.