La musica non esiste, le atmosfere morbide ed eleganti di Bonomo e i Folli Voli di ​Grazia Di Michele

La musica non esiste, le atmosfere morbide ed eleganti di Bonomo e i Folli Voli di Grazia Di Michele
di Fabrizio Zampa
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 17:25
Alessio Bonomo - La musica non esiste
 
La musica non esiste, dice il titolo della canzone che chiude questo bellissimo disco, ma esiste nel modo migliore quando a farla è una coppia doc come il cantautore napoletano Alessio Bonomo (annata 1970, cresciuto allo storico Folkstudio di via Garibaldi, quello guidato da Giancarlo Cesaroni, quello dove hanno suonato tutti, dove sono cresciuti i pezzi forti della cosiddetta scuola romana, dove quarant’anni fa Paolo Conte fece il suo primo concerto come cantante e pianista oltre che come autore, dove negli anni ’60 passò un giovanissimo Bob Dylan, dove il vostro cronista scoprì Otto & Barnelli, leggendario duo di musicisti di strada diventati famosi a L’altra domenica di Renzo Arbore) e il chitarrista Fausto Mesolella (nato a Caserta nel 1953 e purtroppo ucciso da un infarto nel marzo 2017, era uno straordinario musicista e producer: colonna degli Avion Travel, aveva suonato con chiunque, dagli U2 a Nada, Andrea Bocelli, Samuele Bersani, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Gianmaria Testa, Rita Marcotulli, Alessandro Mannarino, Almamegretta, Tricarico e molti altri, aveva scritto brani per molti di loro, era uno strumentista di alto livello e un arrangiatore ad hoc, e questo suo ultimo saluto ci riempie di belle, profondissime sensazioni).

Era stato proprio Mesolella a produrre nel lontano 2001 il primo album di Bonomo, La rosa dei venti, e il destino ha voluto che il suo ultimo lavoro di musicista, arrangiatore e geniale mago dei suoni sia stato questo nuovo album del cantautore, che nella sua carriera ha inciso pochi dischi ma tutti di classe, e ha firmato tante canzoni nonché il testo italiano di La ragazza del nord, tradotto da Girl from the North Country di Dylan e firmato in coppia con l'americano ora premio Nobel. Attenzione, La musica non esiste è un disco semplice ma adorabile, fatto senza trucchi ma con molto gusto, con poche note ma tutte giuste, con una ricetta che non punta a stupire ma a scaldare il cuore. I dodici brani dell’album (il primo è Lettera d’amore, l’ultimo La musica non esiste, come già detto, e in mezzo altri dieci, da ‘O’mbrello a Ci vorrebbe qualcuno, Un’altra Italia, Contatto immediato, L’Uomo di spalle, Le rose, Certe vecchiette, Cosa succede quando si muore) sono deliziosi, offrono atmosfere morbide eppure di grande eleganza e raffinatezza, grazie alla voce di Bonomo, calda e mai sopra le righe, alla chitarra, agli arrangiamenti e al sound creati da Mesolella e da altri solisti (Peppe D’Argenzio al sax, Ferruccio Spinetti al contrabbasso, Mimì Ciaramella alla batteria, più Peppe Servillo, Petra Magoni e Alessandro Mannarino), tutti assai bravi. Insomma funzionano, e la loro dote, rarissima al giorno d’oggi, è che si riascoltano con un piacere che ad ogni bis diventa più solido e convinto.

Il nocciolo della questione è semplice come lo è l’album: se si lavora bene, se c’è l’ispirazione, se quello che conta è raccontare piccole storie con grandi sentimenti e farlo con parecchia poesia, il risultato è inevitabilmente di qualità. Se no si fa come succede negli altri mille dischi che piovono da ogni parte, e dei quali il 99 per cento è davvero
inutile.


Grazia Di Michele - Folli voli

S’intitola Folli voli il nuovo album di Grazia Di Michele che esce venerdì 19 gennaio ed è molto diverso dai precedenti: la cantautrice ha scritto centinaia di brani per sé e per altri artisti, ha alle spalle quindici album e tanti singoli, è sopravvissuta a quattro festival di Sanremo (nel 1990 con la vocalist californiana Nicolette Larson; nel ’91 con la grande Randy Crawford, americana di Macon, Georgia; nel ’93 con Rossana Casale; due anni fa con Mauro Coruzzi, meglio noto come Platinette), e da quando ha fatto i suoi primi dischi (Ragiona col cuore, 1983, e Le ragazze di Gauguin, 1986) non si è mai fermata. O meglio, non l’ha fatto fino ad alcuni mesi fa, quando ha deciso di prendersi un breve periodo di ferie, mettersi a fare solo l’interprete, affrontare una serie di canzoni che vengono da tutto il mondo, ovvero «quelle che amo di più» e raccoglierle tutte insieme in un disco.

«Mi hanno affascinato le melodie, gli arrangiamenti e le voci di chi le interpretava, ho cercato di comprenderne il significato, ho esplorato tutti i testi originali per capire gli altri modi di affrontare e dire le cose, di trasformare i racconti in canzoni, e a un certo punto mi sono chiesta: che profumo avrebbero queste canzoni se fossero nate italiane? Così, visto che il grosso pubblico non avrebbe potuto godersi i loro testi, scritti in greco, polacco, israeliano, portoghese, creolo capoverdiano, inglese, spagnolo e altre lingue, mi sono messa a tradurli con il produttore Alberto Zeppieri ed è venuto fuori l’album, con la collaborazione del cantautore Ivan Segreto e di tanti altri musicisti che hanno preso parte al progetto.

Folli voli (la canzone che dà il titolo al cd e che in un certo senso descrive com’è stato difficile e complicato per Grazia affrontare l’intera operazione, è la versione italiana di Falling Slowly, il brano dell’irlandese Glen Hansard e dell’interprete ceca Markéta Irglova che nel 2008 vinse il premio Oscar come tema del film Once di John Carney) è un cd intrigante, diverso dal solito, non fatto di semplici traduzioni ma di una vera e propria trasformazione di una serie di brani costruiti su atmosfere, emozioni, armonie e ritmi di ogni angolo della terra. «Lavorandoci sopra ho immaginato una sorta di sliding doors, di porte scorrevoli, come se il destino, chiudendone una e aprendone un’altra, avesse deciso di riportare indietro nello spazio e nel tempo i compositori e gli interpreti dei pezzi originali, facendoli nascere nel nostro paese e permettendo loro di pensare in italiano», spiega Di Michele.

Ecco così undici i canzoni (solo la dodicesima e ultima, Come la musica, è un inedito made in Italy firmato dal cantautore Bungaro, che serve a concludere l’operazione con un ritorno nel nostro paese), da Anime (dell’interprete greca Laiti Garbi, che nel disco duetta con Grazia) a Non so guardare che te (ovvero The Blower’s Daughter dell’irlandese Damien Rice), Sarei così senza te (l’originale è Fico Assim Sem Vocé della brasiliana Adriana Calcanhotto), il già citato Folli Voli, poi Vita che prende a morsi (cioè Life Is a Rollercoaster dell’irlandese Ronan Keating), Tutte le parole (è Todas Palabras, della cantautrice colombiana Marta Gomez), Casa mia (Cada dia dell’israeliano Idan Raichel), Vele al vento (in origine Embarcasao, che Kayah, stimatissima interprete polacca, incise in coppia con la capoverdiana Cesaria Evora e che ora canta a due voci con Grazia), Questo amore (è Saia Travada della grande Cesaria Evora), A Roma d’inverno (la traduzione del titolo è molto simile all’originale: Aroma d’Invierno del cubano Manuel Argudin) e Uri dai capelli neri (cioè Uri della vocalist israeliana Noa, qui cantata sia in italiano che in israeliano).

E’ un album tutto da assaggiare, e con calma, in attesa del nuovo disco di Grazia Di Michele, che nel frattempo si è rimessa a scrivere, come ai primi tempi, insieme alla sorella Joanna. E’ intitolato Ritratti, offre una serie di ritratti femminili, la cantautrice ci sta lavorando in questi giorni e verrà presentato dal vivo a marzo in un concerto in Abruzzo. Ma ne parleremo a suo tempo. Intanto godetevi Folli voli.

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