Ci richiamano all'ordine gli intrugli tra politica e burocrazia che ogni anno banchettano per distribuire (il verbo è improprio, meglio dire assegnare) le licenze dei banchi che invadono piazza Navona. Per un posto coperto sul magico selciato si sono combattute, nei decenni, aspre battaglie con una caratteristica tutta romanocentrica: i vincitori portavano gli stessi nomi e tutti, direttamente o indirettamente riconducibili alla tentacolare famiglia Tredicine, dalle caldarroste tutto l'anno al seggio in Campidoglio, già occupato dal rampollo dal colletto bianco, Giordano.
Ora la irresistibile ascesa del giovane si è interrotta: la Procura della Repubblica lo tiene agli arresti domiciliari dove resterà per tutto il processo Mafia Capitale nel quale si è ritagliato un ruolo da prim'attore giovane. Ora si scopre che il promesso repulisti per il Natale dei banchetti è esploso come un petardo, che il nuovo regolamento scritto per non ricadere nei vizi del passato è rimasto in un cassetto e il pianeta Tredicine ha giocato l'asso pigliatutto. Per curare la malattia inguaribile chiamata Tredicine il commissario Francesco Paolo Tronca crede di avere un farmaco efficace. Bene, è urgentissimo somministrarlo.
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