Gli alberi killer una cartolina del degrado della Capitale

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Mercoledì 8 Novembre 2017, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 12:45
Sosteneva Edgard Morin, sociologo francese, che in Italia tutto finisce in tribunale. Come dire: ogni fatto, da voi, ha un risvolto che necessita dell'intervento di un magistrato e poi di una sentenza. È di ieri la sospirata notizia: la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sul fenomeno dei pini killer. Ottantadue mila alberi nella Città eterna sono a rischio caduta, quaranta già stramazzati al suolo, decine i feriti, alcuni gravi. Cento episodi già catalogati a piazzale Clodio per ordine del pm Nunzia D'Elia, determinata a capire se ci sono responsabilità penali. E ce ne sono, questo è certo. Di chi? Del Comune? Del Servizio giardini? Delle ditte appaltatrici? Degli organi ispettivi?
Siamo molto interessati all'andamento dell'istruttoria (finalmente avviata con determinazione) perché, al di là dell'aspetto scandaloso e quasi surreale del fenomeno, gli alberi killer rientrano in una più vasta visione del degrado in cui è piombata la Capitale. Gli alti fusti con le radici marce inghiottite dall'asfalto, i rami che si gonfiano paurosamente come vele, rappresentano la metafora dello sfascio orizzontale di intere zone e quartieri. Con l'autunno si spengono i bollettini degli incendi e si accendono gli allarmi per le foglie che intasano le caditoie e scatenano allagamenti. Ecco: al pm D'Elia, già che si occupa di reati ambientali, potrebbe interessare come mai a Roma, insieme alle foglie cadono anche gli alberi. Ci vediamo in tribunale?
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