Il processo avanti al Tribunale Criminale del Governatore si concluse con una condanna esemplare per otto degli imputati, tutti ritenuti colpevoli dei reati di sodomia e profanazione dell'istituto matrimoniale. La pena inflitta fu la condanna a morte per impiccagione, eseguita il 13 agosto al Ponte Sant'Angelo, con successivo rogo degli otto corpi.
Un frate venne assolto forse per evitare un coinvolgimento diretto della Chiesa cattolica. Altre due persone collaborarono solertemente ed evitarono la morte.
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