Albano cominciò la sua lotta partigiana tra l'8 e il 10 settembre 1943, dapprima a Porta San Paolo e successivamente nella zona di Piazza Vittorio Emanuele II. Partecipò inoltre a numerose operazioni di sabotaggio, soprattutto di treni tedeschi, di assalto ai forni, per distribuire la farina alla popolazione affamata, e divenne subito famoso per la rapidità d'azione e l'abilità nel dileguarsi, impegnando moltissimo le truppe tedesche che occupavano la città. Presto divenne un idolo per la popolazione, che vedeva nella sua figura una sorta di giustiziere e difensore dei più deboli.
A seguito dell'uccisione del soltato britannico, venne scatenata un'imponente caccia all'uomo con l'invio di mezzi blindati e carri armati, che trasformarono il Quarticciolo in una zona di guerra. Giuseppe Albano, dopo essere riuscito in un primo momento a sfuggire, venne riconosciuto e fu assassinato il 16 gennaio 1945 nell'androne di un palazzo di via Fornovo 12, dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri.
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