ll vigile senza dito dopo l’aggressione:
«Torno in strada, non lascio i colleghi»

ll vigile senza dito dopo l’aggressione: «Torno in strada, non lascio i colleghi»
di Laura Bogliolo
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Sabato 26 Ottobre 2013, 00:46 - Ultimo aggiornamento: 16:38
Era una furia, si scaraventato contro di me all’improvviso stato terribile, mi ha strappato con un morso una falange del mignolo sinistro». Ha la voce ancora soffocata dal dolore Giuseppe Caracciolo, 55 anni, agente della polizia municipale da 29 anni. «La mano mi fa male, non riesco neanche a muoverla» dice Caracciolo aggredito selvaggiamente giovedì negli uffici del comando del Gruppo intervento traffico in viale Ostiense.



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IL RACCONTO

Caracciolo
è tornato a casa nel suo appartamento al Prenestino dove la figlia Daria, 29 anni, e la moglie Roberta si prendono cura di lui. «Provo rabbia - dice l’agente - ero stato già aggredito altre volte ma quell’uomo sembrava indemoniato». Tutto è successo mentre Caracciolo stava perquisendo l’uomo originario di Castellammare del Golfo, fermato da due agenti mentre era a bordo di uno scooter. «Ha prima cercato di investire due colleghe, poco dopo sono arrivato sul posto e lo abbiamo portato via in auto».



L’uomo appare tranquillo. «Sembrava normale - continua il racconto - ma quando siamo scesi dall’auto e ho iniziato a perquisirlo si è scaraventato contro di me: calci, pugni, graffi sulla testa e poi quel morso che mi ha strappato una falange del mignolo. I medici non hanno potuto far niente - aggiunge - perché quel morso ha reciso i tendini. Dovrò essere sottoposto a medicazioni ogni quattro giorni».



Caracciolo pensa ai suoi colleghi: «Poteva andare peggio, io sono alto un metro e novanta, se fosse stata aggredita un’altra persona non so come sarebbe finita». L’agente prova rabbia: «I romani che spesso ci insultano in mezzo al traffico devono sapere che noi vigili rischiamo molto: tra l’altro - aggiunge - a differenza delle altre forze dell’ordine non abbiamo diritto alla cosiddetta causa di servizio. Tradotto: ho subito una menomazione e non avrò alcun risarcimento». Rabbia, dolore, quella mano che non tornerà mai come prima, cosa farà adesso Giuseppe?: «Ovvio - dice senza pensarci - tornerò in strada, con un pezzettino in meno, ma non lascio la divisa né abbandono i miei colleghi».

laura.bogliolo@ilmessaggero.it
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