«Pietà, sono un monumento non un wc»

di Maria Lombardi
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 21:42 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 00:23
Roma è sporca, una rovina, la Storia offesa. E si va avanti così, tra le macerie, aspettando un miracolo.

@masechi


Sono un monumento non sono un wc». E che, non si vede? Gentili ignoranti, egregi vandali, illustri barbari: voi che quando vi scappa non guardate più lontano di un centimetro e ve ne infischiate se avete davanti un albero, un muro, un marciapiede, un'opera d'arte. Sappiate, qualora non ve ne foste accorti, che state offendendo con i vostri maleodoranti bisogni non una pietra qualsiasi - e nemmeno quello si dovrebbe - ma una colonna del dodicesimo secolo. Pietà, vi implora adesso, pietà. Ha visto e tollerato tanto, sputi compresi. Ma tutta questa pipì l'indigna e la rovina. Chissà se il cartello appeso lì riuscirà a difenderla da chi si ostina a trattarla come una toilette. «Sono un monumento», ricorda la colonna. E se questo ancora non bastasse, alzate un poco gli occhi - cari maleducati - per capire dove vi trovate. Ci avevate mai fatto caso? Pare di no, siete davanti alla chiesa di San Cosimato, a Trastevere, quel marmo con le scanalature sorregge, insieme ad un altro pilastro identico, il piccolo portico da dove un tempo si accedeva al convento. Ora l'ingresso è chiuso, così in tanti si appartano calpestando con un gesto solo storia bello e sacro. L'odore è di quelli che fanno affrettare il passo.



Ci ha pensato un’associazione di cittadini a far parlare con quel cartello il portico di Trastevere. Avessero voce tutte le antichità - scalinate, balaustre, fontane - ve ne direbbero così tante, amici zozzoni, che finalmente imparereste a distinguere un monumento da un wc.



maria.lombardi@ilmessaggero.it