Vuoi pulire Roma? Bravo, prima però paga

Vuoi pulire Roma? Bravo, prima però paga
di Pietro Piovani
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Agosto 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 23:41
La determina sul verde è
ingiusta per i volontari
che con passione sopperiscono a
quello che il Comune dovrebbe fare

@Retake_Roma

Due settimane fa scrivemmo di come in altre città la responsabilità di pulire i marciapiedi venga attribuita per regolamento comunale ai residenti e ai negozianti, e di quanto forse migliorerebbe Roma se anche qui si facesse lo stesso. Ne è scaturito sui social network un acceso dibattito: da una parte coloro che approvano l’idea di affidare almeno una piccola porzione della nettezza urbana ai privati cittadini; dall’altra chi invece è contrario e anzi si indigna alla sola ipotesi perché se le strade ce le dobbiamo pulire da soli “allora l’Ama che la paghiamo a fare?”.

Ora però la controversia sembra essere stata risolta direttamente dal Comune di Roma, che con un atto del 3 agosto potrebbe di fatto aver chiuso la porta a qualunque forma di volontariato. L’intenzione del Campidoglio in verità era quella opposta, ovvero favorire la partecipazione dei cittadini alla manutenzione – in particolare – dei parchi e dei giardini pubblici. Solo che per favorire la partecipazione si è pensato di introdurre l’obbligo di compilare un modulo dal titolo “Richiesta di autorizzazione allo svolgimento di attività di volontariato...” eccetera; e il modulo prevede una serie di adempimenti e di formalità burocratiche compresa la sottoscrizione “di apposita assicurazione”, con copertura di almeno 100 mila euro per il rischio morte e almeno 300 mila euro per danni a terzi.

Viviamo nel Paese delle richieste di risarcimento e del “ti porto in tribunale”, ed è anche comprensibile che gli amministratori vogliano mettersi al sicuro. Il risultato paradossale però è che un cittadino impegnato in un “Retake” o in un’altra delle mille simili iniziative potrebbe essere sanzionato per la colpa di aver voluto pulire Roma. È la burocrazia, più ancora del malaffare e del menefreghismo, a uccidere questa città.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA