Il vulcano ritardatario che cancellerà Roma

Il lago di Nemi, cratere di un antico vulcano
di Pietro Piovani
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Giovedì 3 Novembre 2016, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 11:32
Oh mamma santa,
ci mancava pure
che scoprissero che sotto
Roma ci sta un vulcano.
 @AndreaDFranchi


La notizia che, nel giro di un millennio, il vulcano dei Colli Albani potrebbe risvegliarsi torna ciclicamente sui media e ogni volta viene accolta dalla popolazione romana nel più romano dei modi, cioè con un bel chissenefrega. Una reazione comprensibile, con tutti i pensieri che già abbiamo per ciò che può accadere domani figuriamoci se possiamo perdere tempo con le minacce che incombono sul 3016.

Eppure, a rifletterci meglio, un filo di inquietudine ci viene. È triste renderci conto che la nostra città è molto meno eterna di quanto credevamo: esiste un prima in cui Roma ancora non c'era, quando sul suo cielo volavano zampilli di lava e nubi di cenere; ed esisterà anche un dopo, senza più cupole, palazzi e colonne, senza fontanelle, senza matriciane, senza neanche le macchine in doppia fila, senza persone, senza niente. Il tempo della Natura si misura in modo diverso da quello dell'uomo, per cui noi abbiamo potuto definire eterna una città nata neanche 3 mila anni fa, mentre il cratere laziale segue cicli sonno-veglia di circa 30 mila anni. E siccome l'ultima volta ad Albano la lava si è vista 36 mila anni fa, si può dire che il nostro pigro vulcanetto sopito è in ritardo e prima o poi ci darà sue notizie.

I sismologi, che hanno un modo tutto loro di tranquillizzarci, assicurano che un'eruzione in tempi brevi è “improbabile”, che sotto il suolo dei Castelli si sta effettivamente accumulando del magma incandescente ma non è grave perché tanto si trova a ben 5 chilometri di profondità (la stessa distanza che c'è tra l'Eur e Spinaceto), e soprattutto ci garantiscono che la rinascita del vulcano sarà annunciata in anticipo da una serie di terremoti. Insomma non abbiamo davvero motivo di preoccuparci.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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