«Non sono ubriaco, sto solo evitando le buche»

di Maria Lombardi
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Venerdì 10 Febbraio 2017, 00:05
Mi ferma la polizia  e mi chiede se sono ubriaco. Io rispondo: no schivo le buche per strada
@mapellis


Zigzagando per le strade di Roma, e non per capriccio. «Non sono ubriaco...sto solo evitando le buche». La microcar bianca avanza dondolando su via Salaria, potrebbe sembrare sbronza. Tranquilli non lo è, il conducente ci assicura che il tasso alcolico è nella norma e il serbatoio non è pieno di birra. La scritta sul cofano informa gli altri automobilisti e i vigili – semmai ne incontrasse qualcuno - il perché di quell’andatura alticcia. È solo una macchinetta, sobria ma pur sempre mini. Lei è fragile e indifesa, le buche mostruose e giganti. La nanetta rischia di essere divorata dai colossi che si stanno mangiando l’asfalto. Deve starne alla larga, sterzando a destra e poi a sinistra e di nuovo a destra. Ci vorrebbe un fuoristrada per sfidare le strade di Roma, e forse anche le macchine extralarge comincerebbero a soffrire su queste montagne russe. Tutti apparentemente ubriachi o folli, questi romani. Capita in alcune vie – chiamarle vie è un complimento che non meritano, sentieri semmai o mulattiere - di incrociare qualcuno che cammina in mezzo alla strada o all’improvviso invade la carreggiata opposta. Non è un kamikaze, il colpo di sonno non c’entra, non sta nemmeno chattando mentre guida. Evita le voragini, tutto qui. Nell’attesa del piano buche, che piano piano arriverà, per non farsi male è consigliabile girare con una mappa dei crateri, quelli che si incontrano andando al lavoro o tornando a casa. E magari rubare l’idea alla microcar: «Scusate se sbando, sto solo cercando l’asfalto».

maria.lombardi@ilmessaggero.it
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