Ma davvero lo Stadio dei marmi è all'Eur?

di Pietro Piovani
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Mercoledì 30 Luglio 2014, 22:25 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 00:15
Un libbro con due b sar soltanto un libro pi pesante degli altri, o un libro sbagliato,o un libro specialissimo? - Rodari

@SfigataMente






Qualche anno fa il critico d'arte Robert Hughes, molto popolare nei paesi anglosassoni, dedicò un saggio alla bellezza di Roma. Poco dopo la pubblicazione qualcuno si accorse che il testo era pieno di errori clamorosi. L'opera “Tosca” era attribuita a Verdi anziché a Puccini, il francese Clemente V era indicato come un papa italiano, si descriveva la fontana del Tritone come circondata da un parcheggio e lo Stadio dei Marmi veniva collocato non al Foro Italico bensì all'Eur, giusto per fare alcuni esempi. Dopo una simile figuraccia ci si poteva aspettare che la carriera dell'autore subisse un grave danno. Al contrario “Rome” ottenne recensioni positive e un ottimo successo di vendite. Nel giro di qualche mese è stata pubblicata una nuova edizione, per il mercato degli Stati Uniti, dove buona parte di quelle sviste venivano ripetute. E chissà quanti sono i turisti americani che, avendo letto Hughes, sono andati a cercare lo Stadio dei marmi dalle parti della Colombo.



Tutti noi tendiamo a dare molto credito a ciò che è stampato in caratteri tipografici, dimenticandoci che qualunque pubblicazione, anche la più accurata, contiene inevitabilmente qualche imprecisione. Gli errori, una volta fissati su carta e inchiostro, vengono citati o copiati in altri libri, e così si riproducono e si propagano nel mondo della cultura. Non possiamo fidarci di nessuno, neanche delle enciclopedie. Nel 2005 un bambino inglese di 12 anni denunciò diversi errori di geografia commessi dalla prestigiosa Encyclopedia Britannica. Si tende a pensare che le informazioni stampate siano più attendibili di quelle che si leggono sul web, ma non è sempre vero. Un gruppo di studiosi e accademici incaricati dalla rivista scientifica Nature ha verificato un certo numero di voci sia su Wikipedia sia sulla Britannica: nelle une e nelle altre ha trovato più o meno lo stesso numero (comunque non elevato) di imprecisioni.



Gli errori sono dappertutto, quindi anche sui giornali. Tanto è vero che giovedì scorso su questa rubrica è stato citato un saggio che Benjamin Franklyn avrebbe scritto nel 1855, citazione sbagliata due volte perché il grande scienziato americano si chiamava Franklin ed è morto nel 1790. Ce ne scusiamo con i lettori.



pietro.piovani@ilmessaggero.it